Il ruolo del mercato unico europeo di fronte alla crisi economica e il futuro dell'Europa.
Si intravede qualche squarcio di luce qua e là
nel quadro economico europeo a pochi mesi dalla data delle elezioni europee del
23-25 maggio e la vera e genuina Europa che sta ancora lottando per superare il
peggio della recessione economica e per ripristinare la crescita e
l'occupazione, si prepara all'evento con una certa preoccupazione di fronte al
convergere dei "Vichinghi" nel parlamento europeo, che porteranno nel loro
bagaglio tanta demagogia, populismo e l'incapacità di guardare oltre le attuali
difficoltà, derivanti principalmente dalla irresponsabile ingordigia finanziaria
confezionata da "certi individui al di là dell'Atlantico". Manca a loro la
visione storica di 70 anni di pace e prosperità tra i popoli europei per poter
dare il giusto peso ai "suoi valori" e a tutti i vantaggi che l'Unione Europea
porta con sé. Il 17 gennaio 2012, Martin Schulz, è stato eletto presidente del
Parlamento europeo ed è auspicabile che continui la sua opera dopo le elezioni, per la
sua convinta e tenace "fede" in una maggiore integrazione europea e un ruolo
più incisivo del Parlamento nelle decisioni e scelte da compiere. Di recente ha
dichiarato, fra le tante sue analisi ben ponderate e realistiche che: "senza
l'Unione Europea, all'interno di Essa tornerebbero i fastidiosi controlli di
dogana e di frontiera, ovvero burocrazia e lungaggini ai confini che si
tradurrebbero in meno scambi e meno crescita. Si abbasserebbero gli standard di
difesa dell'ambiente, dei dati personali e dei consumatori, l'Europa
diventerebbe marginale nel commercio e nella politica internazionale e nel
nostro continente si diffonderebbe di nuovo il cupo nazionalismo che già una
volta ha portato il mondo alla catastrofe. L'Europa si congederebbe dal consesso
delle potenze mondiali e in pochi decenni perderebbe il suo benessere e la sua
sicurezza". La strategia U.E. 2020 è stata progettata per trasportare
l'Europa fuori dalla recessione attraverso una crescita intelligente,
sostenibile e inclusiva, che porta a livelli più elevati di occupazione e il
mercato unico deve svolgere un ruolo importante nel raggiungimento di questo
obiettivo.
La libera circolazione delle merci è la più
sviluppata delle quattro "libertà" che compongono il mercato unico (art 3) e che
quì ricordo:
- libera circolazione delle persone;
- libera circolazione dei servizi;
- libera circolazione delle merci;
- libera circolazione dei capitali.
Circa il 75 % degli scambi di beni avviene intra U.E.. Nel
mercato unico per le merci di oggi, è facile comprare e vendere i prodotti in 28
Stati membri, con una popolazione totale di oltre 510 milioni di abitanti. I
consumatori hanno una vasta scelta e sono in grado di guardarsi intorno per le
migliori offerte. La libera circolazione delle merci è fondamentale anche per il
successo di migliaia di imprese europee.
Abbiamo libera circolazione delle merci nell'Unione, per la maggior parte dei prodotti. La cosiddetta "normativa di armonizzazione" specifica i requisiti essenziali che i prodotti devono soddisfare per beneficiare della libera circolazione. La legislazione relativa alla sicurezza generale dei prodotti richiede prodotti di consumo "sicuri" quando messi a disposizione sul mercato dell'Unione. In assenza di una normativa di armonizzazione, il trattato si applica in conformità con la giurisprudenza della Corte di giustizia europea, in particolare quella relativa al principio del reciproco riconoscimento.
Il più significativo (ma non l'unico) interesse pubblico addotto è la protezione della salute e la sicurezza delle persone, che nel contesto della libera circolazione delle merci significa: "protezione del consumatore". Prodotti sicuri si muovono liberamente. Così le norme di sicurezza dei prodotti e della sorveglianza del mercato sono alla base del mercato unico delle merci.
Se vogliamo il massimo beneficio economico del mercato unico delle merci, abbiamo bisogno di una serie di standard elevati, di norme relative alla sicurezza dei prodotti venduti e di un efficace e "well coordinated" sistema a livello di vigilanza del mercato per sostenerlo. Prodotti conformi più sicuri, contribuiscono anche a più sicuri e migliori servizi performanti in tutta l'Unione, in tal modo contribuiscono alla realizzazione di un mercato unico dei servizi, più integrato.
Abbiamo libera circolazione delle merci nell'Unione, per la maggior parte dei prodotti. La cosiddetta "normativa di armonizzazione" specifica i requisiti essenziali che i prodotti devono soddisfare per beneficiare della libera circolazione. La legislazione relativa alla sicurezza generale dei prodotti richiede prodotti di consumo "sicuri" quando messi a disposizione sul mercato dell'Unione. In assenza di una normativa di armonizzazione, il trattato si applica in conformità con la giurisprudenza della Corte di giustizia europea, in particolare quella relativa al principio del reciproco riconoscimento.
Il più significativo (ma non l'unico) interesse pubblico addotto è la protezione della salute e la sicurezza delle persone, che nel contesto della libera circolazione delle merci significa: "protezione del consumatore". Prodotti sicuri si muovono liberamente. Così le norme di sicurezza dei prodotti e della sorveglianza del mercato sono alla base del mercato unico delle merci.
Se vogliamo il massimo beneficio economico del mercato unico delle merci, abbiamo bisogno di una serie di standard elevati, di norme relative alla sicurezza dei prodotti venduti e di un efficace e "well coordinated" sistema a livello di vigilanza del mercato per sostenerlo. Prodotti conformi più sicuri, contribuiscono anche a più sicuri e migliori servizi performanti in tutta l'Unione, in tal modo contribuiscono alla realizzazione di un mercato unico dei servizi, più integrato.
Nel contesto della crisi economica, è necessario ricordare
che in Italia nel 2013 hanno chiuso i battenti 370mila aziende, 3/4 delle
cessazioni sono relative a imprese individuali. Il saldo fra aperture e chiusure
è stato di 28mila unità, mentre dal 2008 ha raggiunto quota 134mila, con un
bilancio particolarmente pesante per piccoli commercianti (-64mila unità) e
artigiani (-70 mila). Colpiti anche made in Italy e turismo (-31mila unità).
Inoltre da evidenziare che le piccole e medie imprese in Italia sono oltre 4
milioni (impiegando 14 milioni di addetti) e rappresentano il 94% del tessuto
produttivo italiano, garantendo il 10,2% dell’occupazione europea. Il 69% del
fatturato italiano è realizzato da aziende sotto i 250 dipendenti e quello medio
delle piccole e medie imprese è il più alto d’Europa in ciascun segmento fino ai
249 addetti. La spesa dei consumatori è scesa a causa del calo dei redditi e
l'incertezza sul futuro. Questo è il motivo per cui è necessario continuare a
garantire che i consumatori possano contare sulla sicurezza e idoneità dei
prodotti. Le aziende hanno più probabilità di avviare le loro attività e
prosperare se sanno di poter operare in un campo in cui i concorrenti giocano
alla pari e chi non rispetta le regole ne risponde con delle sanzioni. Questa
breve analisi ci induce ad affermare che: "senza
Europa non c'è futuro"!