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Visualizzazione dei post da 2011

Il ruolo della BCE e delle banche

E' doveroso incominciare con un'amara considerazione sulla speculazione internazionale che si accanisce contro l'Europa e l'euro, spifferando notizie prive di ogni fondamento. E' stupefacente tanta acrimonia contro l'Euro e contro l'Europa. Già da tempo su alcuni giornali online vanno comparendo notizie, a mio parere, pericolose come quelle sugli orientamenti della Germania di ritornare al marco, o dell'Italia che si presta a tornare alla Lira.C'è un solo gioco dietro a questo dettato ed è probabile che vi rientri la grande speculazione internazionale che opera oltre oceano e che ha mandato il mondo, con la crisi che stiamo vivendo, a catafascio.Il risultato, purtroppo, è di far crollare la credibilità verso l'Europa e il suo futuro. Le famiglie e le imprese stanno ancora scontando le dure conseguenze della crisi finanziaria. Non possiamo permettere che una simile crisi si ripeta e che le azioni di pochi esponenti del mondo finanziario mettano

RIGORE ma anche CRESCITA

La manovra messa in atto dal governo Monti e approvata da una delle Camere del parlamento italiano, condivisibile o meno in certe sue parti, va incontro alla necessità di rimediare al disastroso stato dei conti pubblici che ci stava portando alla bancarotta, con conseguenze inimmaginabili. Infatti ancora 2 o 3 mesi e poi non ci sarebbero state risorse finanziarie per pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici e le pensioni. La situazione italiano è ben più grave di quella degli altri Paesi europei e grazie all'incuria e al conflitto d'interessi del governo precedente, oggi siamo costretti a ingoiare quest'amara medicina, che sarà un bel regalo di Natale. Ma la crisi del debito che ha colpito la maggior parte dei Paesi occidentali pone l'Unione europea (UE) e i suoi Stati membri di fronte a un arduo dilemma: la necessità di impegnarsi in programmi di risanamento dei conti pubblici e di riforme strutturali e al contempo di mantenere le prosp

RIGORE ma anche CRESCITA

La manovra messa in atto dal governo Monti e approvata da una delle Camere del parlamento italiano, condivisibile o meno in certe sue parti, va incontro alla necessità di rimediare al disastroso stato dei conti pubblici che ci stava portando alla bancarotta, con conseguenze inimmaginabili. Infatti ancora 2 o 3 mesi e poi non ci sarebbero state risorse finanziarie per pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici e le pensioni. La situazione italiano è ben più grave di quella degli altri Paesi europei e grazie all'incuria e al conflitto d'interessi del governo precedente, oggi siamo costretti a ingoiare quest'amara medicina, che sarà un bel regalo di Natale. Ma la crisi del debito che ha colpito la maggior parte dei Paesi occidentali pone l'Unione europea (UE) e i suoi Stati membri di fronte a un arduo dilemma: la necessità di impegnarsi in programmi di risanamento dei conti pubblici e di riforme strutturali e al contempo di mantenere le prosp

Europa senza la Gran Bretagna?

L'Europa si è liberata della "zavorra" rappresentata da tempo dalla scarsa propensione della Gran Bretagna di pensare "europeo"? Questa, con la decisione del suo Premier Cameron, contestato in patria da più parti è isolata e gli interessi finanziari della City hanno prevalso su ogni consiglio e contro la decisione presa dagli altri 26 Paesi, che dovrebbe portare l'Europa fuori dalla disgregazione. Gli interessi del mondo finanziario inglese ha tolto a Cameron ogni prospettiva e lungimiranza che fosse proiettata verso l'avvenire dell'Unione Europea. I Paesi dell'area Euro hanno trovato un accordo che, senza avere la forza di un trattato, vincolerà i governi a mantenere bilanci più sani di quelli che hanno portato il continente sull'orlo del baratro. E' questo in estrema sintesi il risultato che ha visto uscire trionfatrice la Germania della cancelliera Angela Merkel e aperto una spaccatura tra Francia e Gran Bretagna. Ma il vertice di Brux

Il cambiamento climatico del Pianeta Terra!

Un po' per distrarci dai problemi di casa nostra e per puntare l'attenzione su un altro problema molto più importante di quanto si possa immaginare, attirerò la vostra attenzione sulle condizioni in cui si trova la nostra grande "casa comune", e cioè il pianeta in cui viviamo. Si parla poco o niente di tutto ciò, presi come siamo dalla crisi finanziaria ed economica e potrà sembrare esagerato affermare che gli oceani stanno morendo, l'aria sta peggiorando, le foreste si stanno desertificando. Dai pesci alle piante, dalla fauna agli esseri umani, stiamo uccidendo il pianeta che ci sostiene, e lo stiamo facendo velocemente. La causa principale della distruzione della natura si chiama cambiamento climatico. Il protocollo di Kyoto, il trattato internazionale sul riscaldamento globale sottoscritto nel 1997, scadrà nel 2012. Ai negoziati in corso a Durban tra il 28 novembre e il 9 dicembre, l’Europa vuole negoziare tempistiche e modalità per il suo rinnovo. Tra i

Come salvare l'euro e l'Unione Europea!

La crisi che ha colpito l’Italia è una crisi nazionale nella misura in cui fa emergere tutte le debolezze e i ritardi di un Paese che è giunto alla fine degli anni Ottanta già indebolito da specifiche fragilità e che da allora, tolte le misure prese per entrare nell’euro, non è praticamente più stato governato: oltre quindici anni di impotenza della politica durante i quali il mondo ha subito trasformazioni straordinarie che rendono il nostro ritardo assolutamente drammatico. Ma la crisi al tempo stesso è anche europea e occidentale; e se nel nostro Paese si discute di che cosa dovrebbe fare l’Italia, non si parla invece quasi mai degli altri due fronti, che non riguardano ipotetici soggetti “altri”, ma che ci investono direttamente e richiedono una nostra diretta assunzione di responsabilità: non solo perché siamo un Paese fondatore dell’Unione europea, ma innanzitutto per il fatto che, se da soli abbiamo il potere di affondare l’euro e l’Unione, invece per salvarci e tornare a spera

La Salvezza dell'Italia e dell'Europa passa dalla stessa Europa!

Il nuovo presidente del consiglio Mario Monti, da convinto europeista, è tornato a parlare d'Europa con i 2 Leader europei che oggi come ieri contano di più e cioè La Cancelliera Merkel e Sarkozy, dando all'Italia quel ruolo europeo di primo piano e quella credibilità istituzionale che negli ultimi anni era mancata, per scarsa credibilità internazionale dei suoi predecessori. Ha anche ripreso il dialogo con i Capi delle Istituzioni europee, dando garanzie sul da farsi in Italia e ha rinverdito la speranza per l'avvenire. L'Europa è e sarà il nostro comune destino e la nostra "casa comune", se vorremo sopravvivere alla crisi finanziaria e all'inarrestabile processo di globalizzazione in atto e tutta la classe politica italiana dovrebbe prenderne atto con azioni comuni e proposte che ne tengano conto, se vogliamo dare un futuro al nostro Paese. Ci sono personaggi di primo piano che esprimono dubbi e sono critici nei confronti dell'Europa e della moneta

Finalmente un nuovo governo!

E' un governo tecnico o politico quello di Mario Monti? Alla domanda sollevata, più per strumentalizzazione che per necessità, soprattutto dalla parte che ha dovuto cedere il campo dopo aver sparso macerie durante il suo governo del Paese, semplicemente risponderei che si tratta di un governo formato da personalità della società civile, non condizionati da interessi di parte, chiamati al capezzale del letto dell’ammalato grave, reso in tale stato per mancanza d’idee, ma soprattutto per disinteresse del bene comune e per la mancanza di etica pubblica. Un nuovo governo che avrà l'appoggio di alcune forze politiche di questo stesso parlamento, il quale darà legittimità politica alle sue scelte, approvandole. Non un governo a tempo, come qualcuno vorrebbe, ma un governo che abbia a disposizione tutto il tempo necessario a portare la nave Italia in acque più tranquille, se necessario tutta l’intera legislatura che scade nel 2013. In Italia di fatto s'è già visto che in quest

L'Europa che verrà

La crisi che stiamo vivendo e il risultato deludente dell'ultimo G-20 di Cannes, mi danno l'occasione per soffermarmi sul tema in oggetto. Ci sono state trasformazioni storiche istituzionali nella definizione di che cosa sia l'Europa oggi e cosa rappresenti per i suoi cittadini. Si sono modificate le sue dimensioni, laddove inizialmente l'Europa era stata un’unione ristretta tra i Paesi usciti dalla guerra e desiderosi di cooperare per la ripresa economica. Oggi l'Europa non è più solo questo, anzi le crisi, quale quella attuale, aprono prospettive di ulteriore crescita e definizione del processo politico europeo. L'Europa, osteggiata dalle forze nazionaliste e sostenuta dall’altra parte da “ideali nobili" che hanno coltivato il sogno di un continente dotato di una sua forza e autonomia politica, è oggi una necessità. Tanto se si vuole difendere le conquiste del modello sociale affermatosi nei diversi Stati, quanto se si vuole disporre ancora di difese

Un piccolo passo verso l'integrazione europea

Consentitemi di frugare fra le pieghe degli avvenimenti in corso in ambito europeo per evidenziare alcune importanti iniziative che a mio parere appaiono positive, a prescindere da Chi li sta promuovendo, con il solo rammarico che l'Italia, uno dei Paesi fondatori dell'Unione Europea, oggi sta a guardare e per certi aspetti si accoda, mancando in questo momento un interlocutore all'altezza della situazione. Il patto di competitività proposto dalla Cancelliera Angela Merkel sembra un tentativo di Berlino di imporre le sue regole a tutta l'Europa. In realtà le sue conseguenze saranno l'avanzamento del federalismo e il rafforzamento della Commissione europea. Il piano franco-tedesco per un’Europa federale, noto ufficialmente come “patto per la competitività”, e un insieme di proposte presentato con orgoglio dal presidente Sarkozy e dalla cancelliera Merkel come la bozza di un “governo economico europeo”. Il patto armonizza sei aree molto controverse della politic

Il discorso del Presidenze Napolitano alla Cerimonia di Inaugurazione dell'Anno Accademico del Collège d'Europe

E' con piena consapevolezza dell'onore accordatomi e dell'impegno richiestomi che ho accolto l'invito a prendere la parola in questa cerimonia di apertura dell'anno accademico 2011-2012 del Collège d'Europe. E' un onore al quale sono specialmente sensibile perché ho da lungo tempo appreso a riconoscere in questa istituzione uno dei punti di riferimento più alti per la formazione della coscienza europea nel suo continuo sviluppo. So quanti European Civil Servants si siano formati a Bruges nel segno di una rigorosa professionalità e di una assoluta indipendenza, associate al senso del limite e al rispetto della sfera delle decisioni politiche : e queste restano condizioni essenziali per l'autorevolezza e l'efficacia che le amministrazioni europee debbono mantenere ed accrescere. Secondo la tradizione, anche l'anno accademico che oggi ha inizio è dedicato a una figura di profilo universale e ad un cruciale campo d'interesse comune : per il 201

La Turchia in Europa?

La Turchia è una società di 80 milioni di persone, vibrante di energia. Ha una classe imprenditoriale modernizzatrice, con infrastrutture solide e con un’agricoltura, un’industria e dei servizi turistici e aerei in pieno sviluppo. La crescita del suo Prodotto interno lordo (PIL) è da Paese asiatico. Tuttavia il deficit turco è raddoppiato negli ultimi 18 mesi. Il valore della lira turca è diminuito del 40 per cento nei confronti del dollaro; la disoccupazione è fissa al 13 per cento; gli investimenti in Siria sono per il momento perduti. Il premier turco Erdogan gode attualmente di straordinario successo di popolarità non solo nel mondo arabo per la sua abile politica di sfruttamento delle debolezze delle grandi potenze, isolamento di Israele eterno capro espiatorio per i propri problemi insoluti, impotenza delle Nazioni Unite. La storia naturalmente non si ripete ma l’ammonimento che troviamo nell’editoriale del New Herald Tribune di qualche settimana fa, è puntuale: “Erdogan ha di