Il ruolo della BCE e delle banche

E' doveroso incominciare con un'amara considerazione sulla speculazione internazionale che si accanisce contro l'Europa e l'euro, spifferando notizie prive di ogni fondamento. E' stupefacente tanta acrimonia contro l'Euro e contro l'Europa. Già da tempo su alcuni giornali online vanno comparendo notizie, a mio parere, pericolose come quelle sugli orientamenti della Germania di ritornare al marco, o dell'Italia che si presta a tornare alla Lira.C'è un solo gioco dietro a questo dettato ed è probabile che vi rientri la grande speculazione internazionale che opera oltre oceano e che ha mandato il mondo, con la crisi che stiamo vivendo, a catafascio.Il risultato, purtroppo, è di far crollare la credibilità verso l'Europa e il suo futuro.
Le famiglie e le imprese stanno ancora scontando le dure conseguenze della crisi finanziaria. Non possiamo permettere che una simile crisi si ripeta e che le azioni di pochi esponenti del mondo finanziario mettano a repentaglio l'economia dell'intera società. Secondo le stime dell'Fmi tra il 2007 and 2010 le banche europee hanno perso quasi 1000 miliardi di euro. E sono stati i contribuenti europei a doversi assumere in pieno i costi per il salvataggio del sistema finanziario (2000 miliardi). Nessun banchiere dovrebbe avere carta bianca fino al punto di perdere somme ingenti a spese dei contribuenti.

Ecco perché la Commissione europea ha presentato una serie di proposte volte a modificare i comportamenti delle 8000 banche che operano in Europa, evitando che ripetano gli errori del passato, quando si sono esposte a rischi eccessivi: ad esempio, investendo in prodotti dubbi e prestando troppo denaro senza accertarsi che tali somme potessero essere restituite, con il risultato di indebolire sia i debitori che se stesse. Lo stesso dovrebbe essere fatto in America, ma dubito che la destra repubblicana, che tanti grattacapi sta dando all'amministrazione Obama, abbia intenzione di mollare.

Le banche si assumano maggiori responsabilità e detengano maggiori capitali, migliorandone al contempo la qualità. Come una famiglia che mette da parte dei soldi in previsione di future difficoltà, anche le banche devono dotarsi di sufficienti riserve di capitali, in modo da potere fare fronte a crisi impreviste e a congiunture sfavorevoli. Inoltre, le Autorità di vigilanza bancaria dovrebbero vigilare più attentamente sulle banche ed entrare in azione quando individuano dei rischi, ad esempio limitando l'erogazione di crediti in presenza di una bolla speculativa.

Noi tutti siamo rimasti disgustati nel constatare che alcune banche, protagoniste di pessime performance finanziarie, continuano a versare generose indennità ai propri dirigenti. Le proposte lanciate dall'U.E., contribuiranno a porre termine a tale pratica. Quando i livelli di capitale di una banca calano troppo marcatamente, si dovrebbero sospendere le indennità corrisposte ai banchieri e i versamenti in favore degli azionisti, in attesa che la banca rafforzi i propri meccanismi di sicurezza finanziaria.

Bisogna inoltre ridurre la dipendenza delle banche dalle tre principali agenzie di rating del credito, le quali rappresentano tutt'altro che un esempio da imitare. Le grandi banche dovrebbero fare il proprio dovere, analizzando accuratamente il valore degli investimenti invece che affidarsi automaticamente e meccanicamente ai rating esterni.

Molte banche non sono più nazionali, ma internazionali. Senza norme comuni a livello europeo, a chi dovrebbero rendere conto del proprio operato? Per essere veramente efficaci, normativa e vigilanza nel settore bancario devono essere organizzate congiuntamente a livello Ue. Inoltre servono sanzioni più aspre per le infrazioni alla normativa. Tutte le autorità nazionali di vigilanza dovrebbero avere facoltà di applicare sanzioni pecuniarie dissuasive e disporre di programmi per la denuncia delle irregolarità, volti a migliorare l'individuazione delle infrazioni.

Le nuove norme bancarie che l'Europa si appresta ad attuare, rientrano in una strategia di ampio respiro per reagire alla crisi finanziaria. L'Unione europea ha già attuato misure protettive dei risparmi personali in caso di fallimento di una banca, e oggi le banche sono soggette a controlli finanziari transfrontalieri. Esse sono eque e renderanno il settore finanziario europeo più sicuro ed equilibrato. Saremo i primi al mondo ad attuarle, applicando così i cosiddetti accordi di Basilea III, firmati da tutti i membri del G20. Ma non è sufficiente agire da soli: serve la cooperazione di tutti i nostri principali partner internazionali, puntando ad assicurare la stabilità finanziaria globale e a costituire un fondamento solido per una crescita economica sostenibile.
Solo quando il nuovo quadro normativo sarà in vigore potremo sostenere di avere un settore finanziario che fa ciò che deve fare: non certo gravare sui contribuenti europei, bensì mettere a disposizione capitali per creare crescita ed occupazione e di avere tratto la giusta lezione dalla crisi.

Si deve fare in modo che le banche vengano meglio amministrate, e a tal fine si dovrebbe imporremo ai consigli direttivi di rendere i dirigenti bancari responsabili per il proprio operato, o di garantire una migliore valutazione dei rischi, decidendo tutte le misure del caso.

La BCE è venuta incontro ad esse, prestando quasi 500 miliardi di euro, al modico interesse dell'1%; di questa somma 1/4 è finita nelle casse delle banche italiane, a riprova di quanta scarsa liquidità disponessero. Adesso è fondamentale che le banche aiutino le famiglie a contrarre un mutuo o gli imprenditori ad assumere un credito, ma con tale capitale lo devono fare in maniera responsabile. Inoltre aiutino a piazzare i BOT in scadenza, anche comprandoli, evitando di speculare sullo "spread". Se non altro gli interessi che dovranno essere pagati per i titoli di Stato rimarranno in Italia.

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