Quando finirà il gioco greco/germanico?

"Pianto antico" da non confondere con la bella e triste poesia di Giosuè Carducci, che incomincia: "l'albero a cui tendevi la pargoletta mano", è quello greco che ha teso la mano all'Unione Europea, rivendicando aiuti speciali, con un PIL pro capite secondo le statistiche,  uguale a quello del nostro sud, ma con un debito pubblico che è il 180% del PIL. Ma c'è anche il cosiddetto  "pianto greco"  che è una espressione antica e ci sono Paesi  più poveri di lei nell'U.E. che non si lamentano. Scendendo c'è il Portogallo, la Lituania, l'Estonia, la Polonia,  l'Ungheria, la Lettonia, la Croazia,  fino alla Romania e Bulgaria con un PIL pro capite meno della  metà di quello Greco. Dall'altra parte  nell'UE ci sono Paesi come il Lussemburgo, con un PIL Pro capite  dieci volte superiore a quello di  Romania e Bulgaria. Nell'UE con un PIL 5 volte superiore a quello di questi ultimi 2 Paesi, ce ne sono molti.  In Europa si usano gli Stati poveri per istallare produzioni industriali, dove i salari sono dieci volte minori rispetto a quello degli Stati  ricchi. I Paesi  poveri d'Europa sono sfruttati come quelli  africani, mentre in America il bilancio degli Stati ricchi  finanzia quello dei  poveri con un contributo fino del 50%, per farli crescere. Questa Europa modello tedesco è inaccettabile. Gli Stati ricchi con un attivo della bilancia commerciale cospicuo dovrebbero versare a quelli poveri questo eccesso. E' uno squilibrio fuori dalle norme comunitarie del trattato di Lisbona , quindi da utilizzare a sostegno dello sviluppo dei Paesi  poveri UE. I Tedeschi così ligi alle regole quando si tratta degli altri, dovrebbero versare  questa eccedenza, pari al 6% del PIL, a sostegno dei Paesi poveri citati. Stessa cosa dovrebbero fare altri come l'Olanda ecc, anche se in misura minore. L'Europa non dovrebbe consentire che un Paese di furbi come quello Greco, incassi gli aiuti a tasso di interesse  quasi a zero, promettendo le riforme, con il governo che si dimette e va al voto, quindi con il nuovo governo che si formerà,  che raccoglie il consenso elettorale,  dicendo che cambierà gli accordi e con le riforme promesse che sono rimesse in discussione, tutto a spese dei Paesi più poveri e della stessa Italia, esposta per 40/65 miliardi, (la cifra esatta stranamente non si conosce), che non avrà indietro. Intanto il rimborso viene rinviato sine die e il debito continua ad aumentare.  In ogni caso, i livelli attuali indicano che sui mercati viene dato per scontato che il debito verrà tagliato, ovvero verrà fatto un altro “haircut” dopo quello del 2012. Basta osservare la curva dei rendimenti. Questa mattina i bond di Atene con scadenza a due anni prezzano un rendimento del 36%, quelli a 5 anni del 23%, quelli a 10 anni del 15%, quelli a 15 del 13% e quelli a 20 dell’11,5%. Si tratta di tassi nominali alle stelle, ancor più folli se poi si considera che la Grecia è in deflazione (-2,1%). E quindi il costo reale del debito anziché essere abbattuto dall’inflazione, lievita addirittura per l’andamento dei prezzi. I Tedeschi che ormai conoscono il gioco, perchè i greci l'hanno gia fatto diverse volte,  si prendono un pezzo di Grecia in svendita, ma prima hanno recuperato a spese comunitarie i prestiti delle loro banche fatti ai greci, hanno venduto armamenti costosi, adesso si sono presi gli aeroporti. Gli altri Paesi U.E. prendono sul serio "il pianto antico greco",  alimentato dalla stampa e contribuiscono con nuovi aiuti, che non torneranno mai indietro con le scuse più diverse. Intanto i Paesi  più poveri citati rimangono tali, anzi devono  contribuire a finanziare la Grecia che è la patria della democrazia e c'erano di mezzo dei risvolti di natura strategica sia geopolitici e sia finanziari e pertanto doveva essere aiutata, ma a patto che non si rimettessero in discussione le azioni volte ad un serio risanamento senza fare pagare il prezzo ai soliti noti, ma agli evasori che in Grecia sono in molti e al patrimonio immobiliare scarsamente censito. Si spera che non ci sia una prossima volta, che i greci chiamati al voto a settembre se lo ricordino  e che il risanamento sia fatto su basi solide. Comunque fra le decisioni da prendere c'è anche quella di non fare sedere al tavolo delle trattative e degli accordi, il FMI che, per lo strozzinaggio che pratica, deve rimanere fuori dai problemi europei. Lo stesso che pur di entrare negli affari italiani, nel 2011 era pronto ad elargire un prestito fino a 90 miliardi all'Italia, che non ne aveva bisogno, pur di metterla sotto il suo controllo, quando il debito era al 119% del PIL e la disoccupazione all'8%, mentre oggi con il debito a 135% del PIL e la disoccupazione al 12,7% va tutto bene, non ci sono governi da rimpiazzare con quello di loro gradimento e adesso per nostra fortuna c'è la BCE che compra il nostro debito, facendo scendere lo spread, ma che non può sostituirsi al governo italiano quando viene lasciato fuori dalla porta, da Germania, Francia e Inghilterra che si riuniscono per decedere il da farsi sul problema emigrazione, come se per l'Italia, questo problema non esistesse. Gli inchini di Renzi alla Merkel e i sorrisi agli altri capi di Stato, non sono stati ricambiati e neanche la nomina di sette direttori stranieri per i musei italiani, fra cui tre tedeschi, un inglese ed un francese sono serviti ad allargare gli orizzonti, nonostante siano state sacrificate tante illustri figure italiane degnissime a ricoprire quei ruoli.

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