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Visualizzazione dei post da febbraio, 2012

Dopo il Fiscal Compact occorrono innovazione e sviluppo!

Di fronte alla crisi economica e finanziaria i governi europei con il nuovo trattato sul "Fiscal compact" danno una risposta che punta sulla sola austerità mentre in un momento di recessione sarebbero necessarie politiche di investimento e di rilancio. Senza investimenti nella ricerca e sviluppo non si esce da questa spirale di crisi. Le attività di innovazione delle imprese sono un fattore importante per garantire la loro competitività a livello dell'UE e internazionale. L'UE è ancora in vantaggio rispetto alle economie emergenti di Cina, Brasile, India, Russia e Sud Africa, ma il gap si riduce progressivamente, in particolare nei confronti con la Cina. All'interno dell'UE, la Svezia conferma la sua posizione in cima alla classifica generale, seguita da vicino da Danimarca, Germania e Finlandia. Le nuove regole di bilancio europee, il cosiddetto fiscal compact, sono state volute soprattutto da Berlino. L'importanza che la Germania attribuisce all'a

Gli egoismi nazionali e l'avvenire dell'Europa

Da Schuman in poi, per 60 anni l’unificazione europea è stata associata, nella mente e nel cuore degli uomini e delle donne del nostro continente, non solo all’idea della pacificazione, ma anche a quella del progresso civile, sociale e materiale. Ora, in questi anni di crisi finanziaria ed economica, stiamo correndo il serio rischio che l’idea di Europa perda questo segno distintivo e trascolori fino al punto di assumere il volto di una ‘matrigna’ che non si cura allo stesso modo di tutti i suoi figli. I governi nazionali hanno solo aggravato la situazione nell’eurozona. Il loro rifiuto di far emettere dall’Unione titoli europei di debito a parziale sostituzione di quelli nazionali (cosa che ne avrebbe garantito la massima solvibilità) ha indotto i mercati, e la speculazione che ne segue sempre l’onda, a pretendere rendimenti sempre crescenti per la sottoscrizione dei titoli dei Paesi in difficoltà. L'Italia è uno di essi ed ormai lo "spread" è diventato il nostro pane

I fondi europei per il prossimo settennato 2014-20

Il fiume di denaro che l'Italia non è in grado di usufruire e quello relativo al fondi europei. Più volte si legge sulla stampa che molte regioni italiane non sono in grado di spendere i fondi messi a disposizione dall'Unione Europea e che a volte devono perfino restituire le somme a loro erogate. Il 2012 rappresenta un anno fondamentale per l’avvio della futura programmazione europea 2014-2020: le regioni saranno chiamate a riflettere su quali settori strategici, previsti dai regolamenti, sarà necessario intervenire con la politica di coesione. Molti gli elementi di condivisione e di criticità finora espressi sulla proposta europea nell’ambito della conferenza Stato-regioni. All’Umbria, quale membro della commissione Coter del Comitato delle regioni d’Europa, è stato affidato il compito di esprimere un parere sul regolamento generale relativo della nuova stagione comunitaria. Relativamente al quadro finanziario comunitario 2014-2020 proposto della Commissione, su cui si è a

E' tempo di reintrodurre il reato di falso in bilancio!

Ci si lamenta spesso della scarsa propensione da parte delle società e dei privati, stranieri e nostrani a investire in Italia, elencando fra le cause di questo fenomeno rilevante per l'economia del nostro Paese, varie motivazioni fra le quali: l'articolo 18, la rigidità del lavoro, la burocrazia, ecc., omettendo o dimenticandosi di una delle cause più importanti e cioè la quasi totale assenza di garanzie per gli investitori, in materia societaria. Infatti tra le novità introdotte all'originario disegno di legge-delega per la riforma del diritto societario dal governo Berlusconi e dalla maggioranza parlamentare eletta il 13 maggio del 2001, c'è quella relativa al reato di falso in bilancio, che di fatto è stato depenalizzato. L'art.18 torna a far parlare di se, come se fosse la causa di tutti i mali del mondo del lavoro. Una fantastica arma di "distrazione" di massa, che di fatto riguarda solo singoli individui, in quelle realtà aziendali con più di 15 d