Com'è stato applicato lo scudo fiscale negli altri Paesi

Si sta parlando della manovra presentata proprio ieri pomeriggio al senato, che dovrebbe mettere insieme 43,5 miliardi di euro, manovra giudicata da molti, inclusi alcuni politici dello stesso partito di Berlusconi, iniqua e il PD ha incluso al suo primo punto della contromanovra, una tassazione che sarebbe in fondo un recupero di denaro non versato dagli esportatori illegali di capitali, che sono stati fatti rientrare con un'apposita legge
che ha richiesto soltanto il pagamento del 5% della somma esportata illegalmente, quindi di pura evasione, e fatta rientrare con la suddetta
legge. C'è un'alzata di scudi contro questa iniziativa, adducendo addirittura ostacoli di natura costituzionale. Avrebbe dovuta essere
dichiarata incostituzionale quella legge, perchè contro l'art. 3 della costituzione (ogni cittadino è uguale di fronte alla legge) e che aveva
consentito agli evasori di farla franca pagando una bazzecola. Quando fa comodo ci si appella alla costituzione, spesso dagli stessi ignorata, senza
che in questo caso ci siano le condizioni. Qualcuno afferma che all'estero sono state applicate aliquote simili a quelle applicate in Italia.
Quest'affermazione non è vera e si aggiunge al lungo elenco delle altre menzogne regalate a piene mani agli italiani da una parte della classe
politica. Lascio a voi l'onore e il diletto di immaginare a quale classe politica mi riferisco.

INFATTI se si va a guardare cosa hanno fatto, a suo tempo, gli altri Paesi e da dove è nata questa iniziativa, costateremo che il tema della fuga dei
capitali nei paradisi fiscali e dei patrimoni "off shore" è molto vivo da tempo in tutto il mondo, ma con la crisi dei mutui subprime che ha messo in
ginocchio l'intero Occidente, i graduali provvedimenti dell'Ocse contro i buchi neri della finanza globale sono stati accompagnati da campagne
nazionali sempre più accese ed efficaci. In questo contesto si inquadrano gli scudi fiscali dei diversi Stati, va però evidenziato che si tratta di
provvedimenti di "regolarizzazione" che possono essere molto diversi tra loro. Un confronto fra lo scudo fiscale italiano e quello britannico può
rivelare, ad esempio, enormi differenze.

Nel Regno Unito, il Tesoro ha proposto il proprio scudo fiscale come l'ultimo, concesso agli evasori britannici. Lo scudo fiscale di là dalla
Manica prende il nome di New Disclosure Opportunity (Ndo), per distinguerlo dal precedente Offshore Disclosure Facility (Odf) del 2007, e si è presentato da subito come l'ultima finestra per la regolarizzazione di conti e attività off shore non dichiarati al Fisco inglese.

In realtà le differenze con lo scudo italiano sono tantissime. Quello che il Tesoro britannico ha offerto ai contribuenti è, infatti, un lieve sconto
sulla pena, una sorta di ultima possibilità. Non era previsto l'anonimato per coloro che vi hanno aderito, anzi si è richiesto ai contribuenti una
dettagliata storia dei loro patrimoni all'estero.

In Italia si sono presi tutti capitali o asset sparpagliati nei paradisi fiscali (nella maggior parte dei casi in Svizzera) e si è imposta una
sanzione secca del 5% (del 6-7% con la proroga): se si regolarizzavano 100 euro, se ne pagavano al massimo 7 e si è risolto tutto, senza neanche dare i propri estremi al fisco.

In Gran Bretagna l'Ndo ha imposto il pagamento di tutte le tasse dovute anno per anno fino a un massimo di 20 anni e a queste ha aggiunto una sanzione del 10% degli asset in questione. Se inoltre il Tesoro aveva già segnalato il contribuente nel 2007, quando era stato varato il primo scudo (Odf), e questi non aveva regolarizzato la propria posizione, allora la sanzione si raddoppiava e passava al 20 per cento. Qualcuno ha calcolato che su 100 euro regolarizzati nel Regno Unito se ne sono pagati al fisco 44, che ovviamente è il 44% del capitale fatto rientrare. Se poi il Fisco britannico scopre delle irregolarità nelle dichiarazioni del contribuente, la sanzione (che si aggiunge alle tasse dovute) supera il 10% e si pone fra un minimo del 30% a un massimo del 100 per cento.

Anche in America la legge è stata applicata con molta severità; potete leggere penali e percentuale applicati, andando al sito (uno dei tanti): http://www.noisefromamerika.org/index.php/articoli/Lo_22scudo_fiscale22_amerricano

Il periodo dell'Ndo britannico somiglia molto a quello previsto in Italia spazia dal primo settembre 2009 al 12 marzo 2010. Oltre questa data non c'è più nulla da fare e i segugi del fisco britannico avranno il diritto di usare tutti i mezzi a propria disposizione, comprese le informazioni
ottenute nel frattempo da tutti gli scudanti e dagli intermediari finanziari di tutto il mondo. Appare chiaro che si tratta di due provvedimenti
completamente diversi. In Inghilterra si è applicata una legge equa, in Italia "NO"!

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