RIGORE ma anche CRESCITA
La manovra messa in atto dal governo Monti e approvata da una delle Camere del parlamento italiano, condivisibile o meno in certe sue parti, va incontro alla necessità di rimediare al disastroso stato dei conti pubblici che ci stava portando alla bancarotta, con conseguenze inimmaginabili. Infatti ancora 2 o 3 mesi e poi non ci sarebbero state risorse finanziarie per pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici e le pensioni. La situazione italiano è ben più grave di quella degli altri Paesi europei e grazie all'incuria e al conflitto d'interessi del governo precedente, oggi siamo costretti a ingoiare quest'amara medicina, che sarà un bel regalo di Natale. Ma la crisi del debito che ha colpito la maggior parte dei Paesi occidentali pone l'Unione europea (UE) e i suoi Stati membri di fronte a un arduo dilemma: la necessità di impegnarsi in programmi di risanamento dei conti pubblici e di riforme strutturali e al contempo di mantenere le prosp