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Visualizzazione dei post da febbraio, 2013

Occorre più Europa!

Quindici mesi ci separano dall’elezione europea e ci sono importanti obiettivi da realizzare: il consolidamento dell’unione bancaria, l’unione fiscale, l’unione economica, infine l’unione politica. L’Europa ha bisogno dell’Italia ed Essa ancora più dell’Europa. Adesso il Paese ha bisogno di un governo che sia stabile e ancora più "europeista, per poter dare un contributo positivo al raggiungimento di questi obiettivi e per salvare se stessa e l’avvenire dell’Europa. Dal risultato delle elezioni politiche, parrebbe che non possa nascere un governo stabile, che ci difenda dall’avanzata di profeti di sventura, ma adesso è anche il tempo in cui quelle forze politiche che hanno portato una ventata di "novità", si assumano le proprie responsabilità facilitando la formazione di un nuovo governo, che abbia i numeri necessari a garantire stabilità non solo all’Italia ma anche all’Unione Europea. L’Europa è l’unica area geografica al mondo in cui è possibile dar vita a un sogg

EUROPA: l'anno della cittadinanza europea e la presenza della Gran Bretagna nell'U.E..

Per costruire un'Europa più forte e a maggiore valenza politica è necessario coinvolgere direttamente i cittadini. Per questo il 2013 è l'Anno europeo  dedicato a tutti i cittadini europei e ai loro diritti. Il 2013 è   l'anno in cui si celebra la cittadinanza europea e tutti i 27 Pesi dell'Unione dovrebbero partecipare al lieto evento con la stessa identità di vedute e d'intenti. Così non è per la Gran Bretagna di Cameron che a fini solo elettorali ha annunciato un referendum che chiami gli inglesi ad esprimersi sulla permanenza del Regno Unito nell’UE.  Tutta la faccenda sembra però essere assai preoccupante e affatto positiva. Preoccupante perché c’è un concreto rischio che la trovata venga presa a esempio da qualcuno tra i numerosi politici populisti in Europa, specialmente in tempi di campagna elettorale (senza allontanarci troppo, pensiamo a capi di partito nostrani come Grillo  e Berlusconi  che di recente hanno espresso le loro idee sull’uscita dell’Italia

EUROPA: più lavoro dalla banda larga in Europa e in Italia.

In Europa, l'Agenda digitale sta entrando nel suo terzo anno e ha già fatto progressi verso gli obiettivi di far sì che tutti i cittadini dell'UE usino internet e  i cittadini e le aziende dell'Europa traggano i maggiori vantaggi dalle tecnologie digitali. Da quando è stata lanciato il programma, 15 milioni di europei si sono connessi per la prima volta e oggi il 68 % degli europei è regolarmente online. Inoltre, la banda larga è disponibile quasi ovunque in Europa e il 95 % degli europei ha accesso a una connessione a banda larga fissa. I consumatori e le aziende hanno anche la flessibilità dell'Internet mobile con 217 milioni di contratti di banda larga mobile in tutta Europa. Ma c'è ancora da fare e adesso la lista digitale ha fissato le priorità per quest'anno e il prossimo. Sono state delineate sette nuove priorità dalla Commissione europea per l'economia e la società digitale. Queste priorità fanno seguito a un approfondito esame delle politiche

Il programma europeo del PD e "cenni sull'area geo-culturale europea".(1)

Un bell'evento quello organizzato a Torino, venerdì e sabato scorsi, dal partito democratico che aveva come tema principale l'Europa di oggi e quella che si vorrebbe avere in futuro, quando le forze progressiste torneranno a guidare i governi dei maggiori Paesi europei. L'anno scorso la svolta è iniziata in Francia con Hollande, sono seguiti altri Paesi ed ora si aspetta che ci sia una svolta anche nel nostro Paese, con la vittoria del centro sinistra a guida PD e con Pier Luigi Bersani, presidente del Consiglio, poi sarà la volta della Germania della Merkel che, con il suo rigore imposto agli altri Paesi, ha creato disoccupazione, recessione e disamoramento dell'opinione pubblica nei confronti della stessa Europa. Nel suo intervento proprio Bersani ha sottolineato come, in Italia, al di fuori del PD, non ci sia un altro partito sui cui poter contare per andare avanti nel progetto di integrazione europea, perchè quelli nati negli ultimi tempi sono frutto