EUROPA: più lavoro dalla banda larga in Europa e in Italia.

In Europa, l'Agenda digitale sta entrando nel suo terzo anno e ha già fatto progressi verso gli obiettivi di far sì che tutti i cittadini dell'UE usino internet e  i cittadini e le aziende dell'Europa traggano i maggiori vantaggi dalle tecnologie digitali. Da quando è stata lanciato il programma, 15 milioni di europei si sono connessi per la prima volta e oggi il 68 % degli europei è regolarmente online. Inoltre, la banda larga è disponibile quasi ovunque in Europa e il 95 % degli europei ha accesso a una connessione a banda larga fissa. I consumatori e le aziende hanno anche la flessibilità dell'Internet mobile con 217 milioni di contratti di banda larga mobile in tutta Europa. Ma c'è ancora da fare e adesso la lista digitale ha fissato le priorità per quest'anno e il prossimo.
Sono state delineate sette nuove priorità dalla Commissione europea per l'economia e la società digitale. Queste priorità fanno seguito a un approfondito esame delle politiche e mettono nuova enfasi sugli elementi più trasformativi del programma digitale originale fissato precedentemente per l'Europa 2010. Questo aggiornamento prevede un aumento del prodotto interno lordo (PIL) europeo del 5 %, o 1500 euro a persona, nei prossimi 8 anni. Questo sarà raggiunto aumentando gli investimenti nelle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC), migliorando i livelli di abilità e skills nella forza lavoro, permettendo l'innovazione del settore pubblico e riformando le condizioni quadro per l'economia di Internet.
La priorità assoluta della Commissione europea è creare un ambiente normativo della banda larga nuovo e stabile. Un pacchetto di 10 azioni comprenderà raccomandazioni su un accesso alla rete più solido e non discriminatorio e una nuova metodologia di calcolo dei costi per l'accesso all'ingrosso a reti a banda larga, una neutralità netta, un servizio universale e meccanismi per ridurre i costi di ingegneria civile del lancio della banda larga. Questo si baserà sulle nuove "linee guida" per gli aiuti di Stato per la banda larga e i prestiti del Meccanismo per collegare l'Europa.
In seguito la Commissione vuole mettere su, una nuova infrastruttura di servizio digitale pubblico per velocizzare il lancio dei servizi digitali (specialmente l'operatività attraverso i confini), comprese le "eID"(identità elettronica) e le "eSignatures" (firma elettronica), la mobilità delle aziende e le cartelle cliniche elettroniche. Solo l'eProcurement (approvvigionamento elettronico) dovrebbe far risparmiare 100 miliardi di euro l'anno e l'eGovernment può ridurre i costi di amministrazione del 15-20 %.
Ci saranno vantaggi anche per le competenze e i posti di lavoro con il lancio di una grande coalizione tra il settore pubblico e quello privato, con lo scopo di contribuire a evitare che un milione di posti di lavoro nelle TIC rimangano vacanti entro il 2015 a causa della mancanza di personale qualificato. La Commissione vuole coordinare le azioni per aumentare i tirocini di formazione nelle TI, creare più legami diretti tra istruzione e aziende, concordare su profili di lavoro standard e promuovere la certificazione di competenze per facilitare la mobilità dell'occupazione.
Anche una strategia UE sulla sicurezza cibernetica è in agenda e l'UE spera di poter offrire l'ambiente digitale online più sicuro al mondo. Una strategia e una proposta di direttiva stabiliranno un livello minimo comune di preparazione a livello nazionale, compresa una piattaforma online per prevenire e contrastare gli incidenti cibernetici transnazionali e i requisiti di relazione degli incidenti. Questo stimolerà un mercato europeo più ampio per la sicurezza e prodotti progettati per rispettare la privacy.
Un aggiornamento del quadro dell'UE in materia di diritti d'autore è anch'esso un settore chiave per raggiungere il mercato unico digitale. Nel 2013, la Commissione cercherà una soluzione per le questioni legate ai diritti d'autore dove il rapido progresso è necessario attraverso un dialogo strutturato tra le parti interessate.
"Il cloud computing" dovrebbe anche accelerare attraverso il potere di acquisto del settore pubblico. Il cloud computing è definito come un'ampia gamma di servizi basati sul web che hanno lo scopo di permettere agli utenti di ottenere una serie di capacità funzionali. È già considerato un sistema in grado di cambiare l'intero settore informatico. Adesso la Commissione ha deciso di lanciare azioni pilota nel Partenariato europeo per il cloud, per sfruttare il potere d'acquisto pubblico e contribuire a creare il più grande mercato TIC su cloud al mondo, smantellando le attuali resistenze nazionali e la percezione negativa dei consumatori. Infine, il lancio di una nuova strategia industriale nel campo dell'elettronica dovrebbe aumentare la quota dell'Europa nel mercato globale di micro e nano elettronica.
In Italia il web fa molta più fatica ad entrare nelle case rispetto a quanto accade in media nel resto d’Europa. E' quanto emerge dall'ultimo rapporto dell'Istat su tecnologie e cittadini. Nel 2012, considerando la percentuale di famiglie con almeno un componente tra i 16 e i 74 anni che possiede un accesso a Internet da casa, a fronte di una media europea pari al 73%, l'Italia si posiziona solo al ventiduesimo posto della graduatoria internazionale, con un valore pari al 62% ed equivalente a quello registrato per la Lituania.
Aumenta la quota delle famiglie che accede al web mediante la banda larga (dal 45,8% al 48,6%) mentre rimane stabile rispetto all'anno precedente la quota di famiglie che dispone di un accesso a Internet (55,5%) e di un personal computer (59,3%).
Le famiglie con almeno un minorenne sono le più tecnologiche: l'83,9% possiede un personal computer, il 79% ha accesso a Internet e il 70,8% utilizza per questo una connessione a banda larga. All'estremo opposto si collocano le famiglie di soli anziani di 65 anni e più, che presentano modesti livelli di dotazioni tecnologiche: appena il 13,9% di esse possiede il personal computer e soltanto l'11,8% dispone di una connessione per navigare in Internet. Sul versante digital divide, tra il 2011 e il 2012 rimane stabile quello relativo al territorio e alle differenze sociali. Le famiglie del Centro-nord che dispongono di un accesso a Internet sono il 58,1%, mentre rappresentano il 51,4% quelle che dispongono di una connessione a banda larga, a fronte del 49,6% e del 41,2% registrati nel Sud.
Il PD è in prima linea sui principali temi dell'agenda digitale affinchè questo ritardo, rispetto agli altri Paesi europei sia colmato e per consentire a tutte le  popolazioni del Sud di avere facile accesso alla banda larga, sia a livello pubblico che privato, per garantire a tutti migliori servizi, ottenere risparmio e creare nuove opportunità di lavoro. 

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