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Visualizzazione dei post da settembre, 2012

EUROPA: Agli Stati il rigore e all'Europa la crescita e il dinamismo!

Quando Padoa Schioppa scriveva: agli Stati il rigore, all'Unione la crescita", forse aveva già in mente quanto fosse difficile applicare e far valere nel nostro Paese, le regole elementari del rigore nella tenuta dei conti. Eppure Lui, ministro dell'economia e delle finanze del governo Prodi, era riuscito a fare scendere il debito pubblico al 104% del PIL, che in valori assoluti corrispondeva a 1.600 miliardi di euro, ed era anche riuscito ad ottenere un avanzo primario, al netto degli interessi da pagare per il debito pubblico, al 3.3%. Un risanamento dilapidato dal governo successivo,con le false promesse e una politica egoista e fumosa, che ha portato il debito al 117% del PIL. Oggi, nonostante i tagli e ai conseguenti sacrifici di tanti pensionati e lavoratori, siamo arrivati al 123% del PIL; in valori assoluti, siamo vicini alla fatidica soglia di 2.000 miliardi di euro. Per allontanarci quanto prima dal precipizio in cui Tremonti e company ci avevano portato,

La dottrina liberista del Premier Monti e le politiche liberiste

Il Premier ha ammesso che la sua azione di governo  "ha contribuito ad aggravare la situazione economica dell'Italia". Vorrei aggiungere alla mia mail precedente, dove citavo questa frase, altre considerazioni, senza alcuna pretesa se non quella di denunciare, in aggiunta alle tante le voci più autorevoli della mia, la inadeguatezza, per non dire il danno che procura la politica liberista. Parlando di Marchionne, il premier Monti aveva detto: “ chi gestisce la Fiat ha il diritto e il dovere di scegliere per i suoi investimenti e per le sue localizzazioni le soluzioni più convenienti” . Così dicendo Mario Monti fa l'opposto di Obama, che invece ha fatto di tutto per salvare l’industria automobilistica americana e adesso la FED stampa moneta per 40 miliardi di dollari al mese per stimolare l'economia; (questo punto merita un approfondimento che farò in altra occasione). Mi chiedo cosa potrà ancora dire il premier Mario Monti, quando incontrerà Marchionne, sen

Monti: "Abbiamo contributi ad aggravare la crisi"!

Con la decisione del 12 scorso dei giudici della corte costituzionale tedesca di dare l'OK al fondo salva Stati, è stata lanciata una scialuppa di salvataggio all'euro e all'Europa. In questa circostanza questa decisione tanto attesa, ha fatto tirare un sospiro di sollievo anche all'Italia che con il suo enorme debito pubblico, si aspetta di ricondurre il differenziale tra i Bund e i Bot eBtp a livelli più ragionevoli. L’autunno del 2012 si prevede incerto per il nostro Paese. Il governo deve agganciare a tutti i costi l’ultima occasione per l’attesa ripresa dell’economia italiana prima del termine della legislatura e i dati macroeconomici continuano a mostrarsi preoccupanti per la maggior parte degli osservatori. Ma sono mesi che si ripete che senza crescita e affinchè questa sia stimolata occorre non solo rigore ma investimenti per ricerca e sviluppo. Così ci può capitare che anche il Premier si accorga finalmente che la sua politica del rigore, tanto necessaria, ha

EUROPA:"Che cos'è "l'European redemption fund"

La BCE, nella persona del suo massimo rappresentante, presidente Mario Draghi, ha avuto coraggio e determinazione nell'annunciare che è decisa a comprare titoli di Stato con scadenza fino a 3 anni in maniera illimitata nel mercato secondario, sotto una stretta condizionalità, e ciò è bastato a far scendere lo spread sotto i 350 punti, un risultato importante ma ancora distante da un tasso ragionevolmente sostenibile. Qualche giorno prima la Cancelliera Merkel aveva denunciato "la speculazione finanziaria", che è causa dei tanti mali che ci affliggono, dichiarando che i sacrifici, il lavoro e i risultati conseguenti, non possono e devono essere vanificati dai mercati. Giusto il tempo  di tirare un sospiro di sollievo ed ecco di nuovo in scena una delle agenzie di rating, "Moody's", che interveniva con i suoi giudizi negativi che vedono al ribasso la crescita, anche nei confronti di quei Paesi finora giudicati "sani e trainanti dell'Unione Europea: