Energia dai reflui civili.

Energia dai reflui civili. In tutto il territorio italiano sono dislocati centinaia di impianti di depurazione, nei quali confluiscono le acque dei reflui civili per essere depurate e immesse nel ciclo naturale dell'acqua stessa. Nelle fasi dei processi di depurazione si ottengono degli scarti, appunto i cosiddetti fanghi fa depurazione. Tali fanghi sono composti da materiale organico e per il naturale processo di fermentazione anaerobica si genera il Biogas, il quale non può essere immesso tal quale in atmosfera, obbligando i depuratori a bruciarlo per mezzo di una torcia: tutta l'energia contenuta nel metano presente nel biogas viene dispersa e "gettata nell'aria". La gestione del Biogas che rappresenta obbligatoriamente "scarto" entra ora in un ciclo di gestione che lo trasforma in risorsa e in un beneficio da non perdere, ma da sfruttare per generare energia rinnovabile e pulita. Le soluzioni per i fanghi di depurazione sono basate su due tipologie di generazione di energia elettrica e termica: la turbina a ciclo rigenerativo, il motore endotermico. La Turbina a ciclo rigenerativo è adatta per taglie da 100 kWe fino a 200 kWe. Semplicità di realizzazione, dimensioni ridotte e perfette per installazioni indoor, irrilevanti gli stop per manutenzioni, 8700 ore annue di funzionamento garantite hanno fortemente dimostrato che le soluzioni con microturbina sono tecnicamente ed economicamente vincenti. Il motore Endotermico è adatto per taglie da 192 kWe fino a 1200 kWe ed è la soluzione adatta dove si vuole privilegiare il rendimento elettrico di sistema e dove la disponibilità di biogas è molto elevata. E' l'applicazione tipica per i grandi impianti di depurazione (maggiori di 250.000 abitanti). Con le soluzioni proposte le società che gestiscono i depuratori possono utilizzare il biogas per la produzione di energia elettrica atta all'autoconsumo e per la produzione di calore per il riscaldamento dei digestori, per la climatizzazione invernale di palazzine, uffici facenti parte del complesso e in modo particolare per l'essicazione dei fanghi residuati. Inoltre, con la produzione di energia da Biogas, ovvero da "fonte rinnovabile" si aggiunge il beneficio economico dei Certificati Verdi o della Tariffa Omnicomprensiva Lo sfruttamento del biogas da reflui civili va incontro alla politica europea che prevede la produzione di energia da fonti rinnovabili, il cui obiettivo vincolante per l’Italia al 2020, ai sensi della Direttiva 28/2009/CE, è fissato al 17% sui consumi finali di energia. Ciò è ormai uno strumento fondamentale per il rispetto degli impegni assunti in sede internazionale per la protezione dell’ambiente. Il rispetto di questo target, attraverso l’investimento in energie da fonti rinnovabili, rappresenta così una grande opportunità, non solo per l’effetto benefico sul clima e sull’ambiente, ma anche in termini sociali e occupazionali. Se tutti i depuratori fossero dotati di impianti di generazione di energia elettrica si avrebbe una fonte di reddito per gli stessi comuni dovuta al risparmio sulla bolletta dell’energia elettrica a tutto vantaggio della popolazione locale. Secondo uno studio molto affidabile è stato rilevato che le politiche energetiche del pacchetto europeo ‘Clima-Energia’ potranno garantire notevoli possibilità di sviluppo occupazionale. Lo studio prevede che, attraverso un valore medio di investimenti di 8 miliardi di euro all’anno fino al 2020, il potenziale occupazionale raggiungibile nel settore delle rinnovabili in Italia è di 250 mila posti di lavoro al 2020 nel solo settore elettrico. La capacità di trattenere in Italia il valore degli investimenti e quindi il potenziale occupazionale disponibile, dipenderà dalla capacità dell’industria italiana di rispondere alla domanda degli sviluppatori di impianti, di diversificare la produzione verso le nuove tecnologie rinnovabili, di valorizzare la filiera produttiva e di reggere la sfida dei produttori internazionali. Evidente come, a tale scopo, la politica pubblica nazionale dovrebbe svolgere un ruolo primario nel creare un sistema nazionale per le fonti rinnovabili sempre più competitivo a livello internazionale. L’investimento nelle rinnovabili avrebbe anche un importante effetto sociale, essendo una parte consistente della nuova occupazione localizzabile nelle regioni meridionali. Uno studio dell’ANEV (Associazione Nazionale Energia dal Vento), ha spiegato come realizzando il potenziale eolico di 16 GW al 2020, potrebbero essere creati oltre 66 mila nuovi posti di lavoro nel settore dell’energia eolica, di cui un terzo nell’occupazione diretta e due terzi nell’indotto. Dalla simulazione effettuata risulta che, attraverso un incremento medio annuo di potenza installata pari a 1.100 MW, si creerebbero oltre 5.000 posti di lavoro all’anno. Il potenziale di occupazione delle regioni italiane tradizionalmente con maggiori problemi di disoccupazione sarebbe molto alto. Per queste regioni, in particolare per le regioni dell’Italia meridionale come Puglia, Campania e Sicilia, l’investimento in energia eolica può significare così un’importante occasione di rilancio e sviluppo. Importanti opportunità occupazionali sono presenti anche nel solare: secondo l’ISES (International Solar Energy Society) nel solare fotovoltaico, installando 7,5 GW al 2020, si possono ottenere 87mila posti di lavoro entro il 2020, mentre secondo l'ESTIF (European Solar Thermal Industry), con 12 GW installati nel solare termico si otterrebbero alla stessa data almeno 66 mila nuovi posti di lavoro. Si comprende, dunque, come le prospettive di investimento nelle rinnovabili siano molto interessanti e rappresentino per l’Italia un’opzione molto valida proprio dal punto di vista occupazionale oltre che per l’ambiente.

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