La Salvezza dell'Italia e dell'Europa passa dalla stessa Europa!

Il nuovo presidente del consiglio Mario Monti, da convinto europeista, è tornato a parlare d'Europa con i 2 Leader europei che oggi come ieri contano di più e cioè La Cancelliera Merkel e Sarkozy, dando all'Italia quel ruolo europeo di primo piano e quella credibilità istituzionale che negli ultimi anni era mancata, per scarsa credibilità internazionale dei suoi predecessori. Ha anche ripreso il dialogo con i Capi delle Istituzioni europee, dando garanzie sul da farsi in Italia e ha rinverdito la speranza per l'avvenire.
L'Europa è e sarà il nostro comune destino e la nostra "casa comune", se vorremo sopravvivere alla crisi finanziaria e all'inarrestabile processo di globalizzazione in atto e tutta la classe politica italiana dovrebbe prenderne atto con azioni comuni e proposte che ne tengano conto, se vogliamo dare un futuro al nostro Paese.
Ci sono personaggi di primo piano che esprimono dubbi e sono critici nei confronti dell'Europa e della moneta unica europea, cioè l'euro. Non so' cosa ispiri tali personaggi a prendere questa posizione ma sicuramente delle incrostazioni mentali o la vetustà delle loro idee li rende ciechi e insensibili sia ai problemi che abbiamo davanti a noi, sia al progresso delle idee e al corso della storia. Cosa potrebbe essere l'Italia separata dall'Europa? Niente, meno di "un'espressione geografica", impoverita più di quanto non lo sia diventata negli ultimi anni e isolata.
Se l'Ue non è quel che dovrebbe, e potrebbe essere, se non si può tornare indietro, occorre lavorare per andare avanti. D'altra parte, la crisi che stiamo vivendo ha riproposto, in modi che non ci piacciono, il ruolo necessario e insostituibile dell'Europa unita.
Il presidente Barroso, nella conferenza stampa del 17 novembre scorso, fra tante cose, ha detto che la Commissione Europea presenterà due regolamenti per "monitorare e valutare in maniera molto più rigida le decisioni relative al patto di stabilità e di crescita". E chiarisce: "se un Paese dovesse presentare un bilancio con una Finanziaria che noi riterremo non compatibile con le regole comuni, chiederemo una seconda lettura al Parlamento e potremmo addirittura non accettare quella Finanziaria e, in alcuni casi, potremmo pensare a determinate sanzioni anche di natura finanziaria".
Non sfugge a nessuno il fatto che questi "regolamenti" mettono in discussione l'attuale assetto "politico-costituzionale". È vero che lo stesso Barroso dice che il tutto sarà fatto "nel pieno rispetto delle prerogative nazionali e alla fine sarà il parlamento nazionale che deciderà sulla Finanziaria", ma, poi aggiunge che il Parlamento nazionale "dovrà sapere che quando prenderà quella decisione, sarà anche responsabile delle conseguenze che determina su tutta la comunità". Di fronte a queste posizioni dettate dai caratteri che ha assunto la crisi si possono assumere diverse posizioni:
- dobbiamo adeguarci;
- occorre reagire perchè assecondare o condividere le povere idee di questi "personaggi" sopra menzionati, vorrebbe significare: "tornare indietro";
Occorre rilanciare il progetto europeista, che proprio la crisi ripropone come soluzione democratica delle contraddizioni tra parlamenti nazionali e parlamento europeo, di cui parlavo.
Quest'ultima è la scelta che oggi dovrebbe fare il parlamento italiano, con una iniziativa europeista. E' necessario che la Costituzione e i regolamenti parlamentari del nostro Paese si adeguino alle necessarie acquisizioni dei nuovi poteri europei.
Chi fa finta di niente sbaglia nella stessa misura di chi promuove velleitari agitazioni antieuropee. Insomma, la democratizzazione dell'Europa, e la sua qualità politica, dovrebbero essere gli obiettivi dei partiti, dei sindacati, delle associazioni, dei produttori e della cultura impegnati oggi a superare in positivo la crisi, non ci sono alternative. Torniamo allo spirito e alla politica dei Padri fondatori dell'Europa con atti costruttivi e propositivi a incominciare dall'insegnamento dell'Europa nelle scuole e fino alle azioni del parlamento italiano.
Salvando l'Europa, salveremo l'Italia e viceversa e daremo un futuro a tutto il continente e ai nostri figli!

Il 22 novembre il presidente del Consiglio europeo, "Herman Van Rompuy", in seguito alla riunione con Mario Monti, primo ministro italiano, ha fatto le seguenti "osservazioni":

Desidero porgere al primo ministro Mario Monti un sincero benvenuto al Consiglio europeo.Signor primo ministro, so che il palazzo Berlaymont le è più familiare, ma sono certo che anche al Justus Lipsius si sentirà presto a casa. A breve ci attende infatti una fitta serie di riunioni. Con il professor Monti, che conosco da molti anni, ho sempre mantenuto i contatti e sono particolarmente lieto di averlo ora al tavolo del Consiglio europeo. Tutti i membri di quest'istituzione si gioveranno della sua grandissima esperienza e della sua visione dell'Europa. Mario Monti è per tutti noi una preziosa risorsa. La nostra riunione di oggi è stata molto positiva a proficua. Due, i punti sui quali ci siamo concentrati principalmente. Innanzi tutto abbiamo discusso dell'attuale situazione economico-finanziaria in Italia.Il primo ministro Monti mi ha presentato il programma con il quale intende raggiungere il risanamento dei conti pubblici e promuovere la crescita economica, programma che poggia su tre pilastri:
1) - disciplina di bilancio, 2) - crescita economica ed - 3) equità sociale.



Mi compiaccio di questo programma ambizioso, necessario per riattivare la crescita, ridare fiducia ai mercati e rafforzare la sostenibilità del debito. È un programma fondato sulla forza dell'economia italiana che si esprime, tra l'altro, nel basso livello di indebitamento privato e nel dinamismo delle piccole e medie imprese. Sono lieto che il presidente Monti presenti tra pochi giorni parte di questo programma. Ho espresso piena fiducia nella capacità del primo ministro Monti di realizzare il suo ambizioso programma di riforme. Si tratta di un passo importante, non solo per l'Italia ma per l'intera zona euro. Ed è per questo motivo che il precedente governo italiano aveva convenuto che l'Unione europea controllasse attentamente l'attuazione del programma. Ci siamo poi scambiati i nostri pareri sulla situazione generale della zona euro.

Siamo confrontati a sfide sistemiche a cui dobbiamo rispondere, da un lato, con politiche solide e, dall'altro, con un rafforzamento significativo dell'unione economica. Ho discusso con il primo ministro Monti le idee essenziali che illustrerò in dicembre nella relazione interinale sul tema. Nel quadro della governance abbiamo attuato riforme assai importanti, ma è necessario potenziare ancora convergenza, disciplina e integrazione. Accolgo con molto favore l'intenzione dell'Italia di svolgere un ruolo chiave nelle discussioni che ci attendono. Signor presidente, desidero infine ringraziarla per questa visita tempestiva, che sottolinea un credo profondo nel progetto europeo e nelle sue istituzioni.

Siamo in buone mani e d'altra parte alla fine del colloquio con il presidente del consiglio Mario Monti, lo stesso Hermann Van Rompuy ammette con il suo staff: "Italy is back to european business". L'Italia è tornata nell'Europa che conta!

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