La pace è il seme da cui è nata l’Unione Europea di oggi, la cultura il suo collante.

La pace è il seme da cui è nata l’Unione Europea di oggi, la cultura il suo collante.

La pace è uno dei valori fondanti dell’Unione Europea, questo valore insieme alla cultura, ha avuto una grande importanza in questo processo di unificazione. Vi siete mai trovati a girare in una delle tante strade dell’America? Si gira con la bussola dei numeri, la maggior parte di questi, danno il nome alle strade. E’ facile orientarsi sia a piedi che in macchina, ma quei numeri ci danno un senso di freddezza e di arido. Proviamo invece a girare in una delle tante vie e piazze d’Europa e di leggere il nome delle molte strade delle sue città; le loro vie, le piazze, i vicoli, hanno preso il nome di poeti, artisti, scienziati, compositori; dietro ad essi si cela un’antica storia e si porta dietro un bagaglio di conoscenze, scoperte, grandi opere, accompagnate a volte da note musicali, che risuonano nelle orecchie di chi legge quei nomi, altre volte sono gli occhi del passante a riempirsi di immagini lasciate dai pennelli di quei pittori. Anche tutto ciò, dà un’idea dell’Europa, fino a qualche decennio fa, dilaniata da guerre fratricide, con spargimento di sangue, distruzioni e ferite rimarginate solo dopo lunghi anni, prima che da queste macerie nascesse la grande idea della pacificazione, dell’unione delle forze e della pace.
Prima di tutto ciò, si è avuta l'esplosione della follia nazionalista, Le guerre fra Stati liberali furono attribuite all'impossibilità di sviluppare la libertà senza l'uguaglianza fra gli uomini. Poi le guerre fra Stati democratici furono giustificate con l'impossibilità di realizzare l'uguaglianza senza la giustizia sociale. Infine le guerre fra Paesi socialisti furono spiegate con l'impossibilità di realizzare il socialismo in un solo Paese. Soltanto nel secondo dopoguerra si è affermata, soprattutto in Europa, la convinzione che il rimedio alla guerra risieda esclusivamente nella rinuncia a mantenersi Stati nazionali sovrani.
La fine della guerra fredda ha portato alla luce una sola ideologia sopravvissuta alla morte delle ideologie tradizionali, un’associazione nella quale ciascuno Stato cede parte della sua sovranità a Istituzioni superiori e rinuncia in modo definitivo a risolvere i problemi con la guerra.

I1 primo trattato costituzionale era nato, da qualcosa che si avvicinava ad un'assemblea democratica e federale, mentre il trattato di riforma è scaturito da un metodo intergovernativo; di fatto lo spirito che ha sorretto il primo, a mio parere, non è cambiato con la formulazione e l’adozione del secondo. Si è detto molto sull'esito dei referendum in Francia ed in Olanda, e sui governi di questi due Paesi che hanno preferito rinnegare il testo, già sottoscritto da tutti gli Stati membri e ratificato dalla maggioranza della popolazione, piuttosto che sottoporlo nuovamente al giudizio popolare. Prima del suo allargamento a Est, si è perfino fatto leva sulla paura dei lavoratori che sarebbero stati spodestati del loro lavoro e delle loro attività, dall’arrivo in massa degli idraulici di quei Paesi e in particolare da quelli polacchi. Ma sono andate veramente così i fatti? Un grosso dubbio mi è sorto, nell’intimo della mia casa e nel compimento di un usuale gesto, il tutto condensato in pochi versi che esprimono, non con rammarico ma con una meditata e serena consapevolezza che qualcosa di buono era accaduto e la storia sarebbe stata scritta da altre mani sapienti e da altri uomini che dell’Europa condividono i veri ideali e i suoi autentici valori. Al lettore un giudizio e una ricerca della verità, su ciò che è valso la pena riscrivere, che non poteva che essere evocata, con il suo meraviglioso nome: “Europa”!

Questo passaggio sofferto, ha portato a riscrivere un nuovo Trattato, appunto quello di Lisbona, che rimane, nonostante pari discordanti, il risultato di un lungo cammino del processo democratico.
Adesso è necessario il completamento dell'Europa politica, che costituisce la condizione sottintesa per la stabilità di quella economica e in definitiva, di quella sociale, che con il suo welfare, l’ha contraddistinto per lunghi anni ed è stato l’esempio da imitare, da altre nazioni, ma che oggi anch’essa subisce la crisi, come effetto derivante da enormi e irresponsabili manipolazioni finanziare e dal processo di globalizzazione. Senza il definitivo adempimento della sua integrazione, lo stesso successo dell’euro, oggi preso a modello per progetti d'unioni monetarie regionali e mondiali, potrebbe essere messo a dura prova e riproporre qualche interrogativo, soprattutto in quegli euroscettici di casa nostra, che inizialmente avrebbero voluto ripudiarlo, ma che oggi sono anche loro consapevoli della sua importanza nel cammino a volte impervio, altre volte esaltante dell’integrazione europea. Interrogativi e dubbi legati più a strumentalizzazioni di bassa politica poi dissoltisi, come la neve sotto i raggi del sole della primavera. Ma altri progressi interessano le Istituzioni internazionali, decisive in tal senso saranno le “riforme” del Consiglio di Sicurezza e dell'Assemblea Generale dell'ONU, del Fondo Monetario Internazionale e dell’Organizzazione Mondiale dei Commercio ed “esse” dipendono anche dal ruolo che l'Unione Europea saprà giocare e dalla solidità delle soluzioni da Essa adottate e da Altri prese a modello.
Altrettanto si può dire per l'estensione delle aree di stabilità e di sicurezza in direzioni verso le quali più forte potrebbe essere l'influenza dell'UE, per il mantenimento della pace, com'è nel caso degli Stati emersi dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica, dei Paesi dei Balcani, favorendo la loro adesione, del Medio Oriente e dell'Africa. A sua volta il rafforzamento delle istituzioni internazionali costituisce una forte motivazione per il completamento dell'unificazione politica dell'Europa. Si pensi ad esempio, alla necessità di esprimere una rappresentanza unitaria nelle sedi internazionali per esercitarvi un'influenza proporzionata al suo peso.
L'Europa ha una sua anima, che deve esprimersi con maggiore consapevolezza della sua importanza nel consesso delle altre realtà geopolitiche, anche perché adesso ha una costituzione e un governo democratico. La pace, la conservazione delle risorse e delle condizioni di vita sul pianeta, l'eliminazione della povertà e la riduzione delle disuguaglianze nel mondo, la diffusione pacifica dei diritti dell'uomo, la tutela della legalità nell'economia globale, la ricerca di un ordine monetario internazionale stabile ed equo sono obiettivi realistici e coerenti con i valori fondanti dell'Europa, che deve continuare su questa strada intrapresa fin dalla sua nascita, per l'affermazione di quei valori e al raggiungimento di quegli obiettivi che solo la “pace” ha saputo dare, da quando si è acquisita la piena consapevolezza di essere europei, non solo come “idea” (contesa da più parti ma soprattutto da Chabod e Morandi) ma come espressione di una “coscienza” che la differenzia, come entità politica e morale, da altri continenti o gruppi di nazioni.

Lino Mattaliano

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