Saranno emessi finalmente gli eurobond dall'Europa?

Quando si parla di finanziamento ai partiti, di fronte allo sperpero e all'uso improprio e a volte illegale di somme spropositate, l'indignazione di tutti noi sale alle stelle ma è anche facile fare di ogni erba un fascio e perdersi nei meandri del qualunquismo e della demagogia. Dovremmo ricordarci che cancellare del tutto i finanziamenti pubblici e intraprendere una nuova via, facendo finanziare i partiti ai privati, vuol dire mettere in mano alle lobby e agli interessi privati la politica italiana e in definitiva l'avvenire dell'Italia, ancora di più si quanto possa succedere oggi. La soluzione a problemi di questa natura si ottiene con il rigore sia materiale che etico e con una parziale rinuncia delle somme oggi riscosse. Ma questo problema appare poca cosa rispetto alla sfida che abbiamo ancora di fronte a noi, dal momento che ci troviamo ancora in mezzo al guado e possiamo sperare di venirne fuori solo se Coloro che hanno in mano le sorti dell'Europa si convincono che è arrivato il tempo non più inderogabile di agire per dare seguito agli investimenti per la crescita dell'economie europee e l'occupazione oggi in grande difficoltà. Considerino finalmente la signora Merkel e Chi la pensa ancora come Lei che è arrivato il tempo delle grandi decisioni che passano attraverso l'adozione degli "eurobond" per finanziare il debito pubblico dei vari Paesi e la crescita. E' di questi giorni (ultima plenaria) la decisione della Commissione di promuovere un messaggio tutto dedicato al rilancio dell'economia. Rispondendo alle critiche di molti deputati europei, che rimproverano all'Esecutivo comunitario di cavalcare l'austerità in piena recessione, il commissario agli Affari monetari, Olli Rehn, ha annunciato l'emissione di nuove obbligazioni europee finalizzate a specifici progetti infrastrutturali. I primi "project-bonds" saranno emessi già in estate, ha spiegato Rehn durante un dibattito al Parlamento europeo, questa settimana in sessione a Strasburgo. L'annuncio è giunto durante un acceso dibattito a Strasburgo nel quale praticamente tutti i gruppi politici hanno criticato la strategia della Commissione. Le obbligazioni saranno utilizzate per finanziare progetti nel settore dell'energia, dei trasporti e delle telecomunicazioni. Nell'ottica delle autorità comunitarie, gli euro-bonds devono servire da un lato a sostenere la domanda interna nell'Unione, finanziando importanti progetti transnazionali, e dall'altro a creare un primo embrione di bilancio europeo. Il commissario agli Affari monetari ne ha approfittato per chiedere ai Paesi membri dell'Unione di rafforzare "senza ritardo" il capitale della Banca europea degli investimenti, giunto "al limite". Ma sarebbe stata l'occasione e sarebbe molto utile suggerire di far passare il denaro che la BCE mette indirettamente a disposizione dei Paesi, all'1%, per mezzo del sistema bancario che lucra sullo spread, attraverso la BEI, facendo così risparmiare denaro ai contribuenti. Inoltre Rehn ha fatto capire che la Commissione potrebbe modificare il mix di politica economica; ha detto il commissario: "presto analizzeremo la situazione nella zona euro e nell'Unione europea nel suo insieme", ricordando che tra aprile e maggio verranno pubblicati i dati di finanza pubblica del 2011 e le previsioni di crescita per il 2012. La Commissione è combattuta tra la necessità di rassicurare i mercati, riducendo i deficit pubblici, e la consapevolezza che un eccesso di austerità rischia in alcuni Paesi, dove la disoccupazione è più elevata, di creare gravi tensioni sociali. La difficile situazione dipende in parte anche dall'assetto istituzionale dell'Unione europea, fin tanto che i bilanci resteranno nazionali, il perenne confronto tra i Paesi sui mercati rischia di essere deleterio e proprio l'altro ieri, gli analisti di Citigroup hanno scritto di "prevedere nel 2012 nuove ribassi dei rating per l'Italia, la Spagna, l'Irlanda e il Portogallo". Durante il suo intervento in aula, Barroso ha sostenuto che "per assicurare una vera convergenza economica sarà necessaria una mutualizzazione del debito pubblico". La Commissione ha presentato tempo fa un libro verde, con diverse proposte in vista della nascita di obbligazioni europee ma alcuni Paesi, come la Germania, ritengono che questa soluzione possa giungere solo alla fine di un processo di integrazione, dimenticando che questa è una delle vie maestre per arrivarci. Le autorità comunitarie, strette tra le pressioni dei mercati finanziari a favore di un risanamento dei conti pubblici e le esigenze dei Governi nazionali preoccupati da un eccesso di austerità, stanno affrontando un passaggio delicatissimo, da cui dipende per molti versi il futuro dell'Europa. Così sembra che dobbiamo rassegnarci ai voleri della finanza che ci ha portato alla rovina più che preoccuparci di dedicare risorse al rilancio dell'economia? Una proposta concreta è stata avanzata da un deputato del PD il quale giustamente e saggiamente ha sostenuto che è necessaria e urgente una riforma del patto di stabilità che scomputi dalla definizione del deficit strutturale di bilancio una quota degli investimenti pubblici. Così non ci rimane che sperare che certi suggerimenti, già in passato perorati da figure eminenti del nostro mondo politico, siano accolti e messi in pratica, viceversa il "fiscal compact" che costringe i Paesi al pareggio di bilancio, (l'Italia ha apportato la modifica alla costituzione proprio in questi giorni), sarà un ulteriore impedimento agli investimenti per la crescita e per uscire dalla crisi che stiamo subendo dal 2008 e sta impoverendo una parte sempre più larga della popolazione. Il quadro politico politico europeo potrà cambiare se i socialisti francesi con Hollande torneranno alla presidenza della repubblica francese perchè in tal caso cesserà il duopolio Merkel-Sarkozy che ad oggi ha condizionato fortemente l'evoluzione della politica europea, .

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