La tassa sulle transazioni finanziarie.

Nel  mese di dicembre 2012, il parlamento europeo aveva votato  il consenso alla cosiddetta “cooperazione rafforzata” fra 11 Paesi che hanno manifestato l’intenzione di adottare la Tobin Tax. La norma  doveva essere approvata dal Consiglio Europeo. Il meccanismo della “cooperazione rafforzata” ne consente l’approvazione anche senza l’unanimità. La precisazione è importante perché fra i 27 ci sono Paesi schierati decisamente contro, a partire dalla Gran Bretagna che ha sempre optato per un'Europa "à la carte", in cui alcuni beneficiano volentieri dei vantaggi dell'Unione senza dover adempiere agli obblighi connessi.
 
Il 21 gennaio scorso, i ministri delle finanze d’Europa, riuniti in nel meeting Ecofin tenutosi a Lussemburgo, hanno deciso di applicarla. Si tratta di una nuova tassa sulle transazioni finanziarie. La decisione non è stata unanime, ma grazie al meccanismo di "cooperazione rafforzata", 11 dei 27 Paesi Europei adotteranno il nuovo sistema di tassazione, dunque, cos’è la Tobin Tax? Per chi sarà applicata e cosa cambierà?
 
La "Tobin Tax" è una tassa mirata alle transazioni sui mercati valutari. Fu ideata dal premio nobel per l’economia James Tobin che, supponendo una tassazione sulle transazioni finanziarie, compresa tra lo 0.1% e l’1%, immaginò di creare uno strumento in grado di generare utili da poter destinare alla lotta alla fame nel mondo e stabilizzare l’andamento dei mercati valutari, penalizzandone la speculazione più immediata e volatile. Ci sono differenze fra la Tobin Tax europea e altri esempi di Tobin tax, come quello francese e italiana. E c’è, vale sempre la pena sottolinearlo, una differenza di fondo con la Tobin Tax originaria, ovvero quella “inventata” da James Tobin nel 1972: il premio Nobel dell’Economia non intendeva tassare le operazioni finanziarie, ma le transazioni valutarie, a protezione della stabilità del sistema valutario internazionale dopo che gli Usa di Richard Nixon erano usciti dagli accordi di Bretton Woods che agganciavano il dollaro all’oro.
 
Il suo ideatore, James Tobin, luminare dell’economia e premio nobel 1981, è l’uomo che riprogettò il sistema finanziario dopo il crollo di Bretton Woods (La guerra del Vietnam, il forte aumento della spesa pubblica e del debito americano segnarono la fine del sistema istituito a Bretton Woods). Il 15 agosto 1971, a Camp David, Richard Nixon, sospese la convertibilità del dollaro in oro, in quanto, con le crescenti richieste di conversione in oro le riserve americane si stavano sempre più assottigliando. Il dicembre del 1971 segnò l’abbandono degli accordi di Bretton Woods da parte dei membri del G10 (il gruppo dei dieci Paesi formato da Germania, Belgio, Canada, Stati Uniti, Francia, Italia, Giappone, Paesi Bassi, Regno Unito, Svezia). Con lo Smithsonian Agreement  il dollaro venne svalutato e si diede il via alla fluttuazione dei cambi). 
 
All'incontro Ecofin, il voto non è stato unanime, infatti la tassa sarà applicata soltanto ad 11 dei ventisette Paesi: Germania, Francia, Italia, Portogallo, Belgio, Slovenia, Austria, Grecia, Estonia, Spagna e Slovacchia applicheranno la Tobin Tax. Nel contesto della crisi finanziaria che l’Europa sta vivendo in questo periodo, la Tobin Tax servirà principalmente a creare delle entrate che andranno rimpinguare le casse dello stato e a ridimensionare i volumi di liquidità, additando i grossi e incontrollati movimenti di capitale che minaccerebbero la stabilità dei mercati valutari.
 
Nel mirino, banche e istituti finanziari che generano ampi margini di attività sul trading a breve termine e stando alle stime fatte, se tutti e 27 i Paesi avessero aderito all’applicazione della tassa, si sarebbero creati utili per un totale di 57 miliardi di Euro all’anno, ma essendo una proposta accettata soltanto da 11 Paesi, diventa più difficile fare una stima di quanti e quali possano essere i benefici che la Tobin Tax porterà. La verità è che questa tassa potrebbe anche essere uno strumento utile per la creazione di nuove entrate, una semplice tassa come tante altre, ma solo se applicata su larga scala. Tecnicamente, se non approvata a livello globale, la tassa sulle transazioni rimane di difficilissima applicazione perché è facile intuire come le transazioni possano essere spostate in Paesi detassati o inserirsi nel meccanismo di spread delle aliquote dei Paesi tassati. Ecco, allora, che Londra, il riferimento mondiale con base Europea, che non ha firmato per l’applicazione della tassa, si sfrega le mani, in attesa dell’afflusso di nuovi capitali. Il rischio, nell’applicare una legge contro la speculazione dei mercati valutari, soltanto in pochi Paesi, è proprio quello di alimentare la speculazione e, neanche a dirlo, una quasi assicurata fuga di capitali verso i paradisi fiscali. Ma la Commissione Europea assicura che la Tobin Tax sarà "giusta, fattibile ed efficace".
 
Con l’ultima Legge di stabilità, il premier Monti, in Italia, aveva anticipato i tempi europei e a partire da quest'anno, verrà sperimentata una nuova imposta, ispirata (almeno nella sua denominazione) alla menzionata “Tobin tax”, che sarà applicata sui trasferimenti finanziari e sulle operazioni finanziarie comunemente ritenute “speculative”. Questa tassa creerà delle entrate sul fronte pubblico che andranno destinate al rilancio della crescita, alla limatura del cuneo fiscale e alla questione degli esodati. L’imposta di bollo sulle transazioni finanziarie, ovvero l’applicazione della Tobin Tax in Italia, apporterà nelle casse dello Stato circa 1 miliardo di Euro all’anno. Ma per rimpinguare le casse dello Stato Italiano,  accanto alla tassa sulle transazioni sarebbe giusto affiancare un provvedimento che imponga, a quel 10% che possiede il 50% della ricchezza di questo Paese, di fare la loro parte. In questo caso, forse, la tanto vituperata tassa sui grandi patrimoni sarebbe la soluzione migliore, ma non c'è giorno che su questo tema, non si faccia marcia indietro e quando finalmente si deciderà di applicarla, sarà anche ristabilito il principio di equità, che però non basterà a fare uscire l'Italia dalla crisi che sta attraversando, perchè occorre una terapia d'urto molto massiccia con scelte coraggiose che possono essere compiute solo da un governo progressista guidato dal PD di Bersani e non certo dai tecnici, che con il loro "solo rigore" hanno portato il Paese in recessione, o da un governo di centro destra che, prima di questo governo, ha fatto la sua parte, facendo perdere all'Italia quasi diciotto anni. 
 
In ogni caso, la mia personale opinione è che non esiste alcuna riforma nazionale e alcuno strumento, che sia in grado di generare "una spinta propulsiva" all'U.E., come la creazione di una vera unione fiscale che è la migliore soluzione per restituire sovranità al popolo europeo, consentendo al parlamento rappresentativo di tutti gli Stati a prendere decisioni in materia fiscale e conseguentemente fornendo le risorse necessarie per governare l'Europa economica e monetaria su mandato dei cittadini, attraverso lo stesso parlamento europeo. Le politiche di austerità, benché necessarie, non consentono di fare uscire l'Europa dalla crisi. La Tobin Tax è un primo piccolo passo per porre un margine alla speculazione e per reperire risorse, ma è necessario un piano europeo per lo sviluppo sostenibile e l'occupazione.

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