Europa: la manovra bocconiana e l'angora di salvezza europea!

C'erano un paio di alternative più efficaci e risolutive per tenere sotto controllo il differenziale tra il bond tedeschi e quelli degli altri Paesi maggiormente indebitati, fra cui l'Italia; li avevo riportate nelle mie mail precedenti. Il premier Monti ha optato per lo scudo anti-spread che dovrebbe far leva sul fondo salva Stati (ESM) e al prossimo vertice ECOFIN del 9 luglio si vedrà se dalle parole e dalle promesse, pur prese all'unanimità, si passerà ai fatti, con la sua attuazione. In questi giorni e ieri in particolare il mercato "speculativo" non è andato molto per il sottile e lo spread è tornato a livelli che alla lunga saranno insostenibili, cioè a 465 punti per l'Italia (peggio per la Spagna). Così si passa da una manovra finanziaria ad un'altra che, per distinguerla dalle precedenti, è ribattezzata: "revisione della spesa". Senz'altro utile per un paio di settori  come quella della riduzione del numero dei tribunali e finalmente delle province, ma dannosa e ingiusta per quello della sanità che prevede anche il taglio di 18.000 posti letto. Ma dei bocconiani possiamo fidarci; se non si blocca questa macelleria sociale in tempo, alla prossima "revisione della spesa", per far cassa, essi potrebbero pensare di far pagare il ticket orario ai 18.mila ammalati parcheggiati nei corridoi degli ospedali. Non possiamo fargliene una colpa se a loro non capiterà di aspettare 10 mesi per una visita o un esame medico e se hanno le corsie preferenziali nelle cliniche private.
 
La situazione è critica e non possiamo più aspettare; Monti non deve battere i pugni soltanto sul tavolo europeo ma anche e soprattutto su quello del PDL che si oppone all'introduzione di una vera patrimoniale. Ma siamo sempre in ansiosa attesa del recupero dei 70-80 miliardi di tassazione, recuperabili dai 200 miliardi evasi ed esportati illegalmente in Svizzera, (come hanno già fatto Inghilterra, Germania e Austria), così come sarebbe stato più equo ed utile tagliare altri 25 aerei da caccia F35, dai 95 decisi, che ci avrebbero fatto risparmiare altri 5 miliardi di euro e occorre una più aggressiva lotta agli evasori fiscali. Si potrebbero mettere insieme complessivamente 100 miliardi di euro che potrebbero essere utilizzati subito per tagliare il debito pubblico; la qual cosa ci farebbe risparmiare circa 5 miliardi di interessi l'anno. Ma intanto per quest'anno "il pranzo è servito" e paradossalmente alcuni di questi tagli (nel pubblico impiego) faranno scendere il PIL e le entrate tributarie, così non potremmo più neanche dire che il cane si morde la coda ma che se la mancia tutta. Speriamo che quel 10% in meno di dipendenti nel pubblico impiego serva a far posto a quel 36% di giovani in cerca di un lavoro. Intanto mentre ci accingiamo tutti ad accendere un cero al nostro santo protettore non ci rimane che volgere lo sguardo all'Europa, nella speranza che da lì arrivi qualche salvagente.
 
In ambito europeo, dal momento che i leader europei non sono in grado di  assumersi delle responsabilità con delle vere decisioni che incidano i problemi e promuovano una progressiva integrazione prima economico-finanziaria e poi politica, la Commissione europea deve assumersi la sua piena responsabilità, perchè è l'unica istituzione in grado di proporre progetti di legge. La Commissione deve produrre un pacchetto legislativo chiaro e un calendario che vada oltre il 9 luglio, dopo il Consiglio europeo del 28/29 giugno, che serva fermamente a concretizzare gli impegni assunti dai Capi di Stato e di governo, soprattutto per investire nella crescita. Ma occorre mettere da parte le lamentele sul trasferimento di sovranità dei vari Stati alle istituzioni europee  valorizzando e facendo valere la "cittadinanza europea", perchè di fronte alle sfide globali e alle soluzioni che queste richiedono, nessun Paese europeo può rimanere aggrappato alla sua sovranità. Pertanto, trent'anni dopo la "Atto unico", ora è urgente  una "legge" che ci dia:  "una Unione Bancaria, una Unione economica e fiscale e infine un'Unione politica". 
 
Con il progetto annunciato della:
1. Union Banking:Sarà messo a punto uno schema di garanzia dei depositi a livello UE e fondo di risoluzione e provvedere alla ricapitalizzazione diretta delle banche europee attraverso l'istituzione di un fondo europeo che potrebbe essere nel frattempo fornito dal EFSF e/o ESM (fonti salva Stati).
2. Occorre stabilizzare e ripulire l'intero settore bancario, attraverso la creazione di un supervisore adeguato, nella zona euro, per le banche che trasportano un rischio sistemico - tra medie e grandi istituti finanziari transfrontalieri - e completamento del mercato interno nel settore bancario.
 
Misure specifiche comprendono:- Il sostegno alle linee di liquidità della BCE che dovrebbe fornire al mercato tutta la liquidità necessaria;- Lo stimolo di prestiti alle piccole e medie imprese;- Assicurare i bilanci delle banche attraverso la cessione delle attività più rischiose in primo luogo, in modo da garantire che l'erogazione di prestiti all'economia reale non abbia un impatto negativo;- Porre fine al self-serving dei dirigenti con i loro comportamenti "predatori" in tema di pensioni, bonus e stipendi;
- prevenire ogni violazione del diritto da parte delle banche soccorse, ad esempio attraverso l'evasione fiscale.
Unione economica e fiscale:

 
3. E' importante nonché urgente che l'Unione Europea si doti di un piano comune sull'Energia principalmente basato sulle fonti rinnovabili, che libererebbe risorse da reinvestire. L'Italia spende ogni anno circa 60 miliardi di euro per l'importazione di gas e petrolio e se tutto questo ambaradan della revisione della spesa ci porta ad un risparmio di 26 miliardi in tre anni, sarebbe proprio il caso di porsi un obiettivo simile a quello della Germania, per rendersi autosufficiente nel campo energetico entro una certa data. Infatti solo il risparmio di un 50% di quella somma che sarebbe strutturale, in pochi anni ci darebbe ben 30 miliardi di risparmio annuale, tanti posti di lavoro e una somma significativa per fare scendere il debito.4. Anche se la Cancelliera ha dichiarato che finchè vivrà non ci saranno gli eurobond, (ma non sembra che possa fare la cancelliera tutta la vita e fra un anno si voterà in Germania), occorrerebbe ugualmente decidere un percorso verso l'adozione degli  Eurobond per consentire la messa in comune del debito per gli Stati membri della zona euro; nella sua ultima visita in Italia, la Cancelliera ha affermato che c'è da imparare da quello che ha fatto l'Italia, bene allora, caso unico nella storia, si studi l'unico precedente assimilabile agli Eurobond: "l'unificazione del debito sovrano" dei sette Stati che 150 anni orsono, su iniziativa del Piemonte e sotto tutela di Francia e Inghilterra, costituirono il Regno d'Italia. mutualizzando il debito degli Stati esistenti in Italia per la sua unificazione.
5. Avviare un fondo europeo di redenzione collettiva per il debito oltre il 60% del PIL, per un periodo di 20-25 anni con eurobills e il coordinamento di emissione del debito residuo o proposte simili.
6. Rendere il quadro finanziario pluriennale (QFP) un vero e proprio strumento per aiutare gli Stati membri in difficoltà per uscire dalla crisi. Unione fiscale significa anche un'Unione fiscalmente indipendente: il bilancio dell'UE deve essere finanziato con risorse proprie, senza aumentare l'onere fiscale in vigore per i cittadini e portando ad una riduzione dei contributi dalle tesorerie nazionali. Non vi è alcun recupero privo di risorse sostenibili, non ci sono risorse sostenibili senza risorse proprie. La tassazione delle transazioni finanziaria dev'essere perseguita a tutti i costi con o senza il benestare dell'Inghilterra; da questa fonte possono giungere delle risorse (circa 50 miliardi) e si porrebbe un freno agli speculatori.


 
Altre idee e iniziative possono essere aggiunte man mano  nel tempo, ma è importante uscire "dall'impasse" in cui si trova l'Unione Europea che nonostante tutto rimane pur sempre la prima potenza commerciale del pianeta e rappresenta ancora la nostra angora di salvezza. 
7. Risolvere le lacune nei sistemi fiscali nazionali e affrontare seriamente le frodi sull'Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) e altre forme di evasione fiscale.
Al di là dell'entrata in vigore del fiscal Compact, la ratifica del Trattato ESM e la modifica dell'articolo 136, a mio parere le seguenti riforme sono necessarie. Queste riforme devono andare in parallelo con ulteriori riforme strutturali al fine di migliorare la competitività.
1. Set-up di una "nuova strategia per la convergenza economica e sociale e crescita sostenibile", con obiettivi vincolanti e sanzioni per gli Stati membri della zona euro;
2. Aumentare come elemento chiave di questa "compact growth" il capitale della BEI, nonché aumentare il finanziamento del suo portafoglio crediti attraverso un'emissione obbligazionaria aperta agli investitori al dettaglio e lanciare su larga scala i "project bonds" per sostenere gli investimenti su vasta scala in settori come energia, trasporti e telecomunicazioni di almeno l'1% del PIL in dieci anni;

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