Vi inoltro una mail del PD, (sotto riportata), perchè penso sia importante fare conoscere a tutti Voi e far comprendere, gli sforzi che sta facendo questo partito e il suo Leader Bersani, per dare un governo al Paese e per la realizzazione di provvedimenti necessari a far ripartire l'economia, rinverdire la legalità smarrita in varie occasioni in questi ultimi anni e dare un futuro alle nuove generazioni. Sono diversi i punti in comune con il programma di Grillo e ciò avrebbe dovuto fare comprendere a questo irriducibile "comico" che è finito il tempo dei proclami ed è giunto quello dell'etica della responsabilità. E' tempo che Egli sia coerente e rispettoso, verso quegli elettori che l'hanno votato, chiedendogli di fatto di portare avanti le istanze da lui stesso gridate ai quattro venti, per la realizzazione  del suo programma. E' un'occasione storica che non potrà ripetersi in avvenire, anche perché  pretendere, tornando a votare, di arrivare al 100% dei consensi, come da lui propagandato, è solo un obiettivo e "desiderio velleitario" irrealizzabile e pericoloso e intanto ci sono urgenze da affrontare e problemi che attendono una soluzione.
 
Sono tante le priorità urgenti che dovrebbero scuotere la coscienza e il pudore di questo signore affinché adotti comportamenti seri e responsabili, senza trincerarsi dietro i suoi slogan da pessima campagna elettorale; se così non è, non ci rimane che sperare che siano i parlamentari del "movimento cinque stelle" ad assumersi le loro responsabilità di fronte al Paese, appellandosi all'art 67 della Costituzione il quale stabilisce che "ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato" .
Evidentemente a Grillo non interessa il differenziale, tra i nostri titoli di Stato e quelli di Francia e Germania, che è tornato a crescere e che comporta un peso maggiore per tutti noi nel pagamento degli interessi, come non considera che ogni giorno che passa senza prendere provvedimenti a favore delle imprese, altre 1000 di loro (al giorno) chiuderanno i battenti con conseguente aumento del numero dei disoccupati e indebolimento della nostra industria manifatturiera. Non considera inoltre che quelle imprese che vogliono resistere ma che sono al corto di liquidità posso finire nelle mani della malavita organizzata, sia con i loro prestiti usurai e poi ricattatori sia acquisendone il loro controllo, insinuandosi in tal modo nel tessuto sano della nostra economia, non guarda ai danni che subirebbe il nostro Paese con un suo irrimediabile tracollo.
 
Ecco il "Grillo parlante" che si sbracciava e sbraitava, che denunciava problemi, alcuni condivisibili ma che di fronte alla possibilità che questi siano finalmente risolti, sfugge ai media di casa nostra o nasconde il suo volto dietro una maschera carnevalesca; ma siamo in tempi di quaresima in tutti i sensi. Quei parlamentari insieme a quelli del PD potrebbero dare al Paese un governo stabile che potrebbe durare tutta la legislatura, ma "la irresponsabilità" o la mancanza di visione e interesse del bene comune e dell'avvenire dell'Italia, finora per lui sono passati in secondo piano. Non ci rimarrebbe che tornare a votare, sperando che quella parte di Italiani che gli hanno dato fiducia, si rendano conto che la strada da percorrere non è quella "Grillesca". Purtroppo nelle ore delle scelte importanti ci sono concittadini che hanno la memoria corta. Come si può buttare alle ortiche questa occasione che permetterebbe di fare quelle riforme che il PD da solo non è mai riuscito per mancanza dei numeri e per l'opposizione del PDL?
 
Quali sono i rimedi urgenti che potremmo perseguire per fare ripartire il lavoro ed evitare il ricatto delle agenzie di rating e del marcato? Con un governo in carica e stabile, innanzitutto allentando il patto di stabilità ad incominciare dai Comuni virtuosi per pagare i fornitori che hanno già lavorato per le amministrazioni locali, (sono circa 9 miliardi tenuti nel cassetto dei comuni che non possono spendere) e dare avvio ai vari "lavori" che darebbero una boccata d'ossigeno alle imprese locali e all'occupazione, quindi lo Stato dovrebbe onorare il suo debito, di circa 60 miliardi verso le imprese che hanno lavorato per Esso ed aspettano i pagamenti da un anno, infine tagliare il nostro debito pubblico che ormai è schizzato al 127% del PIL, o in mancanza di risorse per farlo, che siano gli italiani e soprattutto le banche a comprarsi il nostro debito, anziché portare i capitali all'estero, (circa 200 miliardi sono quelli depositati dagli italiani nelle banche svizzere), come fanno i giapponesi che pur avendo un debito pubblico che ha raggiunto il 220% del PIL, possiedono il 95% del loro debito.
 
Ciò in parte è già avvenuto nel recente passato ma è necessario continuare a farlo.  Infatti all’indomani delle operazioni della BCE, come il LTRO, (Long Term Refinancing Operation) di dicembre 2011 e febbraio 2012 e l’annuncio della politica OMT (piano anti-spread) di pochi mesi fa, si è assistito ad un conseguente incremento dei titoli di Stato italiani, fortemente sostenuto da investitori nazionali.  Secondo la Banca d’Italia, il 59,66% dei titoli di debito pubblico nazionale sono in mano agli italiani. Tale quota si è incrementata di 12 punti percentuali rispetto alla fine del 2010. Quindi, il sistema bancario (compresa Banca d’Italia), detiene il 45,65% del debito pubblico mentre il restante 14,01%è in mano ad altri residenti, un rapporto questo che non è mai significativamente cambiato dalla fine del 2010 ad oggi.
Vi rendete benissimo conto del perché la BCE si sia preoccupata di tirare fuori dal pantano le banche e non quella degli altri comuni attori mortali dell’economia. Inoltre, si capisce come i nuovi euro creati dalla BCE siano serviti solo per dare, seppur indirettamente, ossigeno agli Stati che si stavano indebitando a costi troppo elevati. Mentre la quota di stranieri che detengono bond italiani, a luglio 2012 si è ridotta al 40,34%, dopo che a fine 2010 erano ben il 52,46%. Vediamo chi sono gli stranieri che continuano a detenere titoli di debito pubblico italiano, certamente non perché credono ancora in noi ma solo perché la BCE ha distribuito nuovo denaro alle banche in crisi, a condizione che esse acquistassero i nostri titoli. Le banche francesi e tedesche detengono assieme il 59% del nostro debito pubblico in bond all’estero. Se il debito in mano agli italiani è circa il 60% del totale, ciò significa che dei 90 miliardi di interessi che dobbiamo pagare ogni anno, solo 54 miliardi rimangono a casa nostra, gli altri 36 miliardi finiscono nelle tasche di coloro che fuori dall'Italia hanno comprato il nostro debito e ciò, dato il differenziale, è a loro vantaggio e a nostro detrimento.

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