Serve una patrimoniale e una tassazione ulteriore a carico dei scudati

Il momento difficile che sta vivendo il nostro Paese richiederebbe rigore, ponderatezza e equità nelle scelte da fare e invece da giorni stiamo assistendo a una continua girandola di proposte farcite da un misero opportunismo derivante da interessi di parte. Addirittura si parla di aumentare l'IVA per arrivare alla fatidica somma di 45 miliardi di euro necessari per portare al pareggio di bilancio entro il 2013 e di questa proposta si fanno promotori, direttori di testate giornalistiche importanti, ai quali si richiederebbe innanzitutto preparazione e rigore da anteporre ad ogni altro interesse e invece così non è. Ma anche il profano sa e voci più autorevoli della mia vanno ripetendo da giorni che "l'aumento dell'Iva è una scelta sbagliata, non va toccata, perchè un suo aumento sarebbe depressivo per il PIL, porterebbe ad un aumento dei prezzi e di conseguenza farebbe diminuire i consumi ed è esattamente il contrario di ciò che serve in questo momento al nostro Paese". Minore PIL significa una mancanza di crescita e anche minori entrate per il fisco, quindi un aggravio del debito pubblico e più interessi da pagare. Solo se l'aumento dell'IVA venisse applicato ai beni di lusso, potrebbe essere un valido strumento e allora sarebbe giustificato; chi ha tanti soldi da spendere non fa più acquisti solo perchè l'IVA è aumentata di uno, due punti. Se così non è, meglio una "tassazione progressiva sui grandi patrimoni mobiliari e immobiliari, escludendo quelli di natura strumentale"e un recupero di imposta da prelevare da coloro che hanno goduto dello scudo fiscale, pagando solo il 5%. Vogliamo far rientrare nella legalità questi signori facendo pagare il dovuto? Chi sostiene che sarebbe illegale è fuori strada perchè ciò che è stato fatto avrebbe dovuto essere dichiarato incostituzionale: basta leggere l'articolo 53. (Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.Il sistema tributario è informato a criteri di progressività).

Ci sarebbe anche l’imposta ordinaria sulle "grandi ricchezze" che potrebbe essere analoga a quella francese (impôt de solidarité sur la fortune) che prevede un'aliquota progressiva dallo 0,55% all’1,8% sulle attività reali, patrimoniali e finanziarie, al netto delle passività finanziarie (mutui e altri debiti). L’imposta verrebbe pagata solo sulla quota, (sarebbe un equo livello) che eccede gli 800.000 euro. A subire un aumento del prelievo fiscale strutturale non sarebbe il 95% delle famiglie italiane ma solo gli ultraricchi, ossia il 5% delle famiglie, considerando anche le detrazioni (es. carichi familiari) e le deduzioni (es. autofinanziamento capitale d’impresa). Si stima un gettito massimo potenziale di circa 15 miliardi ogni anno dal 2013.

Facciamo alcuni esempi (prendendo come realtà di riferimento le rilevazioni sui bilanci delle famiglie della Banca d’Italia:

Esempio 1: Una famiglia che è proprietaria di una casa dove abita con un valore di 500mila euro, un’altra casa con un valore catastale di 300.000 euro e detiene 200.000 euro in depositi bancari, titoli di Stato e obbligazioni, azioni e fondi comuni di investimento, per un totale di 1.000.000 euro di ricchezza netta, pagherebbe solo 1.100 in più di ora. IGR = (1.000.000 – 800.000 euro) x 0,55% = 1.100 euro l’anno;
Esempio 2: Una famiglia che è proprietaria di molte abitazioni per un valore complessivo di 60 milioni di euro e che detiene anche 40 milioni di euro in depositi bancari, titoli di Stato e obbligazioni, azioni e fondi comuni di investimento, per un totale di 100.000.000 euro di ricchezza netta, pagherebbe una cifra in rapporto alla sua ricchezza effettiva. IGR = (100.000.000 – 800.000 euro) x 1,8% = 1.785.600 euro l’anno.

Il Paese non è più in grado di sostenere tagli e interventi sulle fasce più deboli della popolazione. La concentrazione della ricchezza nelle mani di poche famiglie (48% della ricchezza nelle mani del 10% della popolazione), non è solo una un'offesa al senso di giustizia e alla coesione sociale, ma rappresenta oggettivamente un ostacolo alle prospettive di crescita. L'introduzione di un'imposta patrimoniale solidale sui redditi più alti che non producono lavoro sarebbe una misura funzionale sia alla riduzione del debito pubblico che allo sviluppo dell'economia e dei consumi. Occorre fare in fretta, perchè i mercati ci farebbero pagare cara questa incertezza; lo stanno già facendo con il differenziale (spread) degli interessi che dobbiamo pagare, sui nostri titoli di Stato rispetto a quelli della Germania e a fine mese dobbiamo collocarne sul mercato per ben 45 miliardi di euro e da qui alla fine dell´anno, le emissioni complessive di titoli di Stato ammonteranno a circa 148 miliardi. E' una settimana cruciale che può cambiare il destino dell´Italia e dell´Europa, siamo diventati per l'Europa e per l'euro una bomba ad orologeria che non è ancora scoppiata perchè la Bce ha comprato a piene mani i Btp sul mercato secondario, per disarmare la speculazione internazionale. Ma già ieri, di fronte a questa grande incertezza e confusione sul da farsi, la stessa BCE ha fatto sapere che non è detto che ciò possa avvenire in futuro, se non sarà approvata presto una manovra più che credibile e dagli effetti duraturi; la qual cosa vuol dire che occorrono non soltanto "una tantum", ma riforme strutturali che esplicano i loro effetti e quindi danno un gettito a lungo termine.

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