Un piano da 3000 miliardi per salvare l'euro!

Il Gruppo dei venti Paesi più potenti del pianeta, meglio conosciuto come G20, si è impegnato a Washington a sostenere la crescita che latita e le banche indebolite decidendo di intervenire con un piano di 3000 miliardi. Servirà a ricapitalizzare le banche e a dare più risorse al fondo salva-Stati per consentire il default della Grecia. La Cancelliera tedesca Angela Merkel ha difeso dalle critiche del partito il salvataggio della Grecia: un’uscita della Grecia dall'eurozona, o una ristrutturazione del debito avrebbero un effetto domino, ha detto. ''Una ristrutturazione del debito greco alzerebbe enormemente la pressione su altri Paesi''. Ogni volta che si propone una soluzione, ha aggiunto la Cancelliera, bisogna valutare attentamente le conseguenze su tutti gli altri Paesi.
Il 50% dei tedeschi e' contrario all'ipotesi di un fallimento controllato della Grecia. E' quanto emerge da un sondaggio condotto dal Gruppo di ricerca di Mannheim per la rete pubblica tedesca Zdf. Per più di 2 intervistati su 3 (68%), un'eventuale bancarotta di Atene avrebbe conseguenze negative per la stessa Germania. A favore di un default controllato si e' invece espresso il 41% degli intervistati. I tedeschi rimangono contrari alla ratifica della riforma del fondo salva-Stati EFSF (European Financial Stability Facility).

Un maxi piano da 3 mila miliardi per salvare l'euro ricapitalizzando le banche e dando più risorse al fondo salva-stati in modo da consentire un default della Grecia sui suoi debiti. Mentre cresce l'attesa per la riapertura dei mercati in una settimana che si annuncia cruciale sia per Atene sia per la zona euro, il Sunday Times rivela che sabato i Paesi del G20 hanno discusso un nuovo schema, che potrebbe essere presentato a giorni, mirato a salvare l'euro e la cui introduzione è stata sollecitata anche dagli Stati Uniti, Cina e Fmi. Il primo passo del maxi-piano d'emergenza rivelato dal settimanale britannico dovrebbe essere una sostanziale iniezione di capitali in almeno 16 banche europee. Secondo gli analisti il conferimento potrebbe riguardare capitale "di contingenza", vale a dire riserve che potrebbero essere utilizzate solo in caso di bisogno. A quel punto, essendo stato approntato un sostegno alle banche, la Grecia potrebbe andare in default, vale a dire in stato d'insolvenza sui propri debiti: sarebbe stato risolto così uno dei principali ostacoli che impediva ai politici europei di avallare un default di Atene a causa della loro preoccupazione per l'impatto sulle banche continentali - a partire da quelle francesi - che detengono miliardi di euro di titoli di stato ellenici. Il default della Grecia e' ''uno degli scenari. Sono stato a lungo convinto che non fosse necessario, ma le novità da Atene non sono incoraggianti. Tutti gli sforzi sono volti a prevenirlo, ma adesso sono meno sicuro di poter escludere un default rispetto a due mesi fa''.
Secondo fonti a Washington citate dallo stesso Sunday Times sarebbe inoltre probabile che il fondo salva-stati Efsf riceva risorse aggiuntive e venga anche dotato della possibilità di attingere a finanziamenti sul mercato allo scopo di aumentare la sua capacità d'intervento con un costo complessivo dell'intero piano che si aggirerebbe sui 3 mila miliardi di euro. La notizia sul nuovo piano giunge all'indomani delle nuove pressioni pubbliche da parte del segretario al Tesoro Timothy Geithner che sabato ha messo in guardia dalla "minaccia di default a cascata, corse agli sportelli e rischi catastrofici che devono essere levati dal tavolo perchè in caso contrario tutti gli altri sforzi saranno minati, sia all'interno dell'Europa sia a livello globale". Ma le attese sono anche concentrate sulla BCE (banca centrale europea), che secondo alcune voci, tutte da verificare, potrebbe presto annunciare ulteriori misure per facilitare l'accesso delle banche alla liquidità, a partire da un taglio dei tassi.

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