Il ruolo della BCE e i debiti sovrani!

Il Premier Monti è andato in Francia per dare una sveglia all’Europa prima che sia troppo tardi? Ci spiegherà quanto proficuo è stato il suo viaggio e come dare ossigeno alle nostre finanze pubbliche? Come agire senza modificare i trattati, che richiederebbe mesi di lavoro e diventerà impossibile se l'Europa sarà sempre più indifferente o peggio, odiata dai popoli? Siamo di fronte ad un suicidio di massa senza rendercene conto? Un suicidio del nostro modo di vivere e della nostra cultura che si arrendono di fronte alla speculazione finanziaria ?
Alle tante domande che ci poniamo, noi comuni mortali qualche risposta l’avremmo, anche se poi non c’è riscontro e ci sentiamo inermi. Qualche idea, neanche tanto stravagante, ci passa per la mente e proviamo a esprimerla.

L’Italia deve trovare chi compra i suoi 400 miliardi di titoli di Stato in scadenza durante l’anno 2012. La maggior parte dei nostri Stati Europei sono indebitati sui mercati finanziari per debiti vecchi. Nel 2012, anche la Francia dovrebbe prendere dal mercato 400 miliardi di euro: 100 corrispondente al deficit di bilancio e 300 miliardi corrispondenti a vecchi debiti. Far pagare dei tassi d'interesse alti (per l’Italia in questi mesi il 7% e più), per i debiti accumulati, per cinque o dieci anni, strangola la nostra economia, ma soprattutto va ad esclusivo beneficio di alcune banche private. Con il pretesto che c'è il rischio, si collocano i titoli di Stato a tassi molto alti, sapendo che probabilmente non c'è rischio reale, perchè il Fondo europeo di stabilità finanziaria (EFSF) è lì per garantire la solvibilità degli Stati debitori.

E dato per certo che già che alla fine del 2008, George Bush e Henry Paulson avevano messo sul tavolo 700 miliardi di dollari (540 miliardi di euro) per salvare le banche degli Stati Uniti. Una cifra enorme, ma un giudice statunitense di recente si è pronunciato a favore di alcuni giornalisti di Bloomberg che hanno chiesto che la loro banca centrale fosse trasparente circa l'aiuto che era stato dato al sistema bancario. Dopo aver esaminato 20.000 pagine di documenti vari, Bloomberg ha indicato che la Federal Reserve segretamente aveva dato in prestito alle banche in difficoltà la somma di 1.200 miliardi di euro a tasso incredibilmente basso dello 0,01%.

Nel frattempo, in molti Paesi, le persone soffrono piani di austerità imposti dai governi perchè i mercati finanziari non sono più disposti a pagare miliardi, comprando titoli di Stato, se non con tassi d’interesse non inferiori a 6, 7 o 9%. Asfissiati dai tassi d’interessi, i governi sono "costretti" a bloccare le pensioni, gli assegni familiari o gli stipendi dei dipendenti pubblici e a tagliare gli investimenti, come conseguenza si ha l'aumento della disoccupazione e molto presto rischiamo d’immergerci in una recessione grave. Dopo ben cinque manovre, il bilancio dell'Italia ha un avanzo primario del 5%. Sarebbe quindi in equilibrio se l'Italia non avesse da pagare gli oneri finanziari sempre più elevati per finanziare il suo debito. Con lo spread che continua a veleggiare intorno ai 500 punti e più, dovremmo lasciare scivolare l'Italia in recessione o in una crisi politica, o dobbiamo mettere fine alle rendite di posizione delle banche private? La risposta dovrebbe essere ovvia, si deve agire per il bene comune e lo Stato potrebbe utilizzare la Cassa depositi e prestiti che è una società per azioni a controllo pubblico: lo Stato detiene il 70% del capitale.
La BCE ha messo a disposizione delle banche 500 miliardi di euro e di questa somma, ¼ è andata alle banche italiane, dalle quali ci si aspettava che comprassero titoli di Stato. Ma ci chiede perché lo Stato deve pagare “il pizzo” del 6% alle banche, quando potrebbe ottenere gli stessi prestiti della BCE, attraverso altri canali (sotto indicati), pagando l’1% e quindi risparmiando tanto denaro? E’ normale che in una crisi, le banche private, che in genere sono finanziate dalle banche centrali, beneficiano di tassi allo 0,01%, ma alcuni Stati sono costretti a pagare tassi, 600 o 800 volte superiori? Stiamo vivendo una crisi del capitalismo deregolamentato che può essere suicida per la nostra civiltà. Dobbiamo prendere ispirazione da ciò che ha fatto la banca centrale americana per salvare il sistema finanziario, cioè proponiamo che il "vecchio debito" dei nostri Stati possono essere rifinanziati a tassi vicino alla 0%.

Non c'è bisogno di modificare i trattati UE per attuare questa idea: mentre la Banca centrale europea (BCE) non è autorizzata a prestare agli Stati membri, può prestare senza limiti agli organismi pubblici di credito ( L'articolo 21.3 dello Statuto della Banca centrale europea) e alle organizzazioni internazionali (articolo 23 dello Statuto). Potrebbe dare denaro allo 0,01% alla Banca europea degli investimenti (BEI) o alla Cassa dei depositi, che a sua volta potrebbero benissimo prestarli, allo 0,02% agli Stati si indebitano per pagare i vecchi debiti. Nulla impedisce di approntare tali finanziamenti in un arco di tempo ristretto (un mese) e dire basta alla speculazione finanziaria. Non possiamo continuare a fare scorrere un fiume di denaro pubblico verso le banche che ci hanno portato a questo disastro, prima salvandole e poi consentendo loro di prendersi quel 6-7% di interessi, cioè tanti miliardi presi dalla collettività e dopo aver costretto lavoratori e pensionati a sopportare enormi sacrifici.

Il ruolo che i trattati danno alla BCE è quello di garantire la stabilità dei prezzi. Se ci atteniamo ai trattati, nulla vieta alla BCE di agire con forza per far scendere il prezzo del debito. Non solo non è atto proibito, ma c’è l'incentivo a farlo. Se la BCE è fedele ai trattati, deve fare tutto il possibile per ridurre il prezzo del debito pubblico. La BCE deve anche assicurare la stabilità delle nostre economie. Come può rimanere inerte quando il prezzo del debito rischia di condurci in una recessione "peggio del 1930" secondo il governatore della Banca d'Inghilterra?

Nel 1989, dopo la caduta del Muro, c’è voluto un mese per Helmut Kohl, François Mitterrand e altri capi di Stato europei e ministri delle finanze, incluso il nostro Ciampi, a decidere di creare la moneta unica. Dopo quattro anni di crisi, ancora aspettiamo che i nostri leader decidano il da farsi per dare ossigeno alle nostre finanze pubbliche. Il meccanismo potrebbe essere applicato immediatamente, sia per ridurre il costo del vecchio debito sia per finanziare gli investimenti che sono fondamentali per il nostro futuro. Nulla impedisce di approntare tali finanziamenti a gennaio!
E’ giusto che si richieda la negoziazione di un nuovo trattato dell'UE; con i Paesi che lo desiderano, dobbiamo costruire un'Europa politica, in grado di plasmare la globalizzazione, un'Europa veramente democratica. Dovrebbe essere un trattato di convergenza sociale e di reale governo dell’economia. Tutto questo è essenziale. Ma nessun nuovo trattato sarà adottato se il nostro continente sta sprofondando in una "spirale di profonda crisi" e cresce l’indifferenza o ancor peggio l’odio per tutto ciò che viene da Bruxelles. L'urgenza è quella di inviare al popolo un segnale molto chiaro: l'Europa non è nelle mani delle lobby finanziarie, serve ai cittadini e intanto occorre agire per salvare l’Europa che è stata costruita negli ultimi sessant’anni con i suoi valori e le sue identità culturali unici al mondo; abbiamo bisogno di una nuova stagione di integrazione sul piano politico, economico e fiscale, procedendo con una tassazione delle transazioni finanziarie e l'emissione di bond europei per reperire risorse da reivestire in sviluppo!

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