Dal rigore alla nuova Europa della Germania!

L'incontro di ieri tra la Cancelliera Merkel e il Premier Monti è avvenuto con un caloroso riconoscimento degli sforzi fatti finora dall'Italia per risanare le nostre finanze; rimane sempre l'ansiosa attesa per la decisione che dovrà prendere il 12 settembre la Corte Costituzionale tedesca che dovrà pronunciarsi sul fondo salva Stati. Ma l’Europa va cambiata, la riforma delle istituzioni politiche non va accompagnata solo al rigore, è necessario riscoprire i valori della solidarietà, e non è facile capire la vera ragione che ha ispirato Angela Merkel nel proporre una ristrutturazione profonda del funzionamento dell’Unione europea, proprio perchè le anticipazioni sono state rilanciate da Bild, il più diffuso quotidiano tedesco, da sempre schierato su posizioni conservatrici e tradizionale alleato della Cancelliera della Cdu.
Si vorrebbe dire che finalmente c'è un'iniziativa della cancelliera tedesca, per il momento solo annunciata a grandi linee, ma che rappresenta un cambiamento di impostazione piuttosto evidente nella sua strategia di contrasto alla crisi. Finora la Merkel, spalleggiata dall’establishment conservatore della Germania, aveva puntato tutto sul rigore e sulle riforme economiche. Il momento chiave fu l’introduzione del Fiscal Compact, il trattato dei bilanci europei, che fu l’intesa raggiunta con Sarkozy per dare il via libera al programma LTRO (long term refinancing operation) della BCE, che fornì un migliaio di miliardi di euro di liquidità al sistema finanziario europeo. Dopo nove mesi di rigore fiscale però i risultati sono stati deludenti, e gradualmente da Berlino arrivano segnali di riposizionamento, necessari anche alla luce del mutato quadro politico europeo.
Finalmente, dicevamo. Eppure, non è ancora il tempo di esultare; la Politica si fa con le parole certo, ma anche con l’azione. E dietro l’azione si nasconde sempre una strategia, una direzione esplorativa, un metodo. È questo ciò che manca adesso al dibattito pubblico e ci si chiede se si tratta di una mossa per prendere altro tempo, tanto utile in questo momento alla Germania che trae beneficio dallo spread degli altri Paesi o è una visione veramente europeista, cioè di un’Europa che abbia istituzioni capaci di arrivare nella seconda metà del secolo.
Angela Merkel, dopo aver imposto l’approvazione del nuovo trattato fiscale che avrebbe dovuto risolvere l’eurocrisi, vuole trasformare le istituzioni comunitarie al fine di garantire un lungo futuro ad un’Unione europea sempre più in difficoltà. Secondo Bild  i principi fondamentali del ridisegno firmato dalla Merkel sono i seguenti:
- "Gli Stati che non rispettano gli obiettivi di bilancio saranno oggetto di ricorsi di fronte alla giustizia europea".
- "Saranno assegnati più poteri alle istituzioni comunitarie come la Commissione ed il Parlamento europeo e queste riforme dovrebbero essere annunciate dal ministro degli esteri Westerwelle entro settembre".
- Inoltre, l’obiettivo di ottenere più Europa sarà garantito attraverso l’introduzione di un nuovo trattato, che aggiorni l’attuale impostazione della Ue, ma ciò richiede molto tempo.
Tra le nuove istituzioni previste ci dovrebbe essere l’incarico di ministro delle Finanze europeo, che si spera possa aver più successo dell’attuale rappresentante della politica estera, piuttosto ininfluente. Inoltre, sarà fissato l’obiettivo di una convergenza fiscale tra i Paesi dell’Unione, per ridurre le divergenze che hanno creato un fossato tra il Nord ed il Sud del Vecchio Continente. Un nuovo trattato però sarà possibile solo con il coinvolgimento dei parlamenti nazionali o dei referendum nei Paesi che lo prevedono, e sarà soggetto a lunghe trattative, visto che per la sua introduzione è necessaria l’unanimità.
Per scrivere un nuovo trattato è necessaria la convocazione di una convenzione, che rediga il testo al fine della sua adozione, che passa attraverso un lungo processo di ratifica. Attualmente le istituzioni comunitarie sono disciplinate dal TUE, il Trattato sull’Unione Europea, e dal Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, che ha sostituito il TCE (Trattato che ha istituito la Comunità europea meglio noto come "Trattato di Roma"), dopo l’approvazione del cosiddetto Trattato di Lisbona. Nel breve periodo bisognare esaurire tutte le possibilità previste dai trattati vigenti per combattere la crisi. Un’ulteriore trasformazione delle competenze dell’Unione Europea è possibile solo con la partecipazione dei parlamenti nazionali, e prima di avviare questo processo è necessaria una convenzione europea che ratifichi un testo. ” Nella storia recente la UE ha convocato due Convenzioni, prima per scrivere la Carta dei diritti fondamentali adottata nel diritto comunitario con il cosiddetto Trattato di Nizza, e poi per la stesura della Costituzione europea, non introdotta a causa della bocciatura nei referendum svoltisi in Francia e Olanda.
L’elezione di Hollande e le difficoltà di Spagna e Italia hanno trasformato i rapporti di forza all’interno delle istituzioni comunitarie. Se prima il fronte del rigore era netta maggioranza, ora invece posizioni più gradualiste sono diventate maggioritarie e la Germania ha rischiato più volte l’isolamento. Il nuovo corso della Merkel però provoca, come ormai avviene da molti mesi, continue polemiche all’interno della sua maggioranza. Le accuse all'operato della BCE di Draghi sono costanti da parte di esponenti di spicco di Csu, Fdp e talvolta pure Cdu. Merkel è intervenuta più volte per sopire queste polemiche. Il nuovo piano della Cancelliera sembra rispondere più alla volontà di placare l’opposizione interna che ad un vero ripensamento della UE, il cui malfunzionamento è sotto gli occhi di tutto il mondo e Mario Draghi, finora difeso dalla Merkel, si difende affermando che la BCE non è un organo politico ma ha il dovere di difendere le sue prerogative anche con strumenti fuori dall'ordinario. Lo scenario di crollo dell'euro avrebbe peraltro effetti nefasti anche per la Germania in un momento in cui l'Europa, compresa la locomotiva tedesca, vede frenare la sua economia. Per questo Berlino ha ribadito il suo appoggio alla linea di Draghi smarcandosi dalle critiche di diversi esponenti politici del suo stesso partito e di alcuni Paesi del Nord Europa.
I suoi buoni propositi hanno avuto un riscontro durante la visita in Cina di questi giorni, durante la quale ha dichiarato che la stabilizzazione dell'euro è l'impegno "politico assoluto" dell'Europa e dopo un colloquio con il premier Wen Jiabao  ha detto: "abbiamo molte riforme in corso e c'è l'assoluto auspicio politico di trasformare l'euro di nuovo in valuta forte".
La priorità della Cancelliera è quella di convincere Pechino che la crisi del debito europea è sotto controllo.  L'indiscrezione, circolata negli scorsi giorni, accennava anche a un secondo obiettivo molto più concreto e cioè proporre a Pechino di sostenere Spagna e Italia con l'acquisto di titoli di Stato. L'andamento dello spread del breve medio-periodo dovrebbe farci capire se Pechino ha accolto l'invito della Cancelliera e se è passato dalle dichiarazioni dettate da un atteggiamento diplomatico ai fatti.

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